L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto. (Goethe)

martedì 15 marzo 2011

Falcone e la separazione delle carriere.

In questi giorni si discute tanto della riforma della giustizia e in particolar modo sulla  separazione delle carriere fra Pubblici Ministeri e Giudici. Il dibattito è furente e molti, convinti che in Italia non debba ma cambiare niente, si rifànno alla memoria di chi non c'è più per avvalorare le proprie tesi faziose. A chi cerca sempre di strumentalizzare ciò che di buono viene fatto, consiglio di leggere queste poche righe...cosi magari la prossima volta eviteranno di scomodare chi la lottta alla mafia l'ha fatta senza se e senza ma e magari questi professionisti dell'antimafia capiranno che la cultura della legalità e ben altro che quattro strilli in piazza o essere nati al sud o ancor più portare un cognome pesante...

“Un sistema accusatorio parte dal presupposto di un Pubblico Ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa. Gli occorrono, quindi, esperienze, competenze, capacità, preparazione anche tecnica per perseguire l’obbiettivo. E nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para-giudice. Il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e Pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri. Chi, come me, richiede che siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell’Esecutivo. È veramente singolare che si voglia confondere la differenziazione dei ruoli e la specializzazione del Pm con questioni istituzionali totalmente distinte”.
(Giovanni Falcone, La Repubblica, 3 ottobre 1991).

1 commento:

stef72 ha detto...

bravo hobbit. tanto perchè il brutto vizio di considerarsi eticamente e moralmente superiori non l'hanno perduto, nemmeno dopo arresti e condanne per corruzione et similia..