L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto. (Goethe)

venerdì 26 dicembre 2008

Auguri di buone feste

In attesa di un nuovo anno e di nuove sfide
auguro a tutti buone feste
con affetto Cristian Alicata

sabato 15 novembre 2008

Elezioni della Sapienza 25 e 26 Novembre

  • Più case dello studente recuperando edifici dismessi.
  • Rimodulazione delle fasce di reddito.
  • Borse di studio proporzionali alle fasce di reddito.
  • Libro elettronico per abbattere i costi dell’istruzione, rispettando il diritto d'autore. Primi passi verso il Fair Use.
  • Riconoscimento con certificazione delle competenze linguistiche conseguite presso i corsi di Lingua delle Facoltà.
  • Decentralizzazione della segreteria studenti per le sedi periferiche.
  • Abbonamento Atac ridotto per tutti gli studenti universitari.
  • Ottimizzare l'utilizzo del Bus “Minerva si Muove” attraverso gli itinerari degli studenti e potenziare il collegamento alle strutture sportive universitarie convenzionate.
  • Biblioteche aperte per un tempo maggiore, anche per i corsi per studenti lavoratori.
  • Emeroteca digitale per la consultazione di quotidiani e di riviste specializzate per tutti gli studenti.
  • Istituzione della “Giornata europea della scienza”.
  • Segreteria interattiva con lo studente attraverso sistemi informatici: potenziamento del servizio Infostud.
  • Attivazione reale della Tessera elettronica universitaria.
  • Istituzione della Festa dell’ Università come momento di socializzazione e di svago per gli studenti di tutte le Facoltà e gli altri Atenei.
  • Tornei di calcetto, pallavolo, basket interfacoltà.
  • Introduzione della raccolta differenziata in ogni Facoltà.
  • Eliminazione del bollo per le certificazioni di segreteria riguardanti la situazione dello studente.

mercoledì 12 novembre 2008

Elezioni della Sapienza RIINVIATE

AVVISO :
Le elezioni universitarie della Sapienza sono state rinviate al 25 e 26 Novembre
per permettere a tutti gli studenti di poter partecipare al voto
per gli organi centrali dell'università

ci restano altre 2 settimane di lotta per liberare la Sapienza...
continuate a darci il vostro sostegno...
per tutte le info chiamateci al num. 06 44412 11
o sul sito
www.azioneuniversitariaroma.org
www.ausapienza.org
oppure su facebook nel gruppo Tutti pazzi...per Alicata

e ricordarti.. vota e fai votare

AZIONE UNIVERSITARIA per la Libertàal C.d.A.
scheda arancione
ALICATA

al senato
scheda gialla
CUDA

all'Adisu
scheda avorio
IACONA

al C.U.S.
scheda verde
MARSILI

sabato 8 novembre 2008

Elezioni della Sapienza 12 e 13 Novembre

VOTA
AZIONE UNIVERSITARIA
per la Libertà

IL 12 E 13 NOVEMBRE ELEZIONI ALLA SAPIENZA

IL 12 SI VOTA DALLE 8.30 ALLE 19.00
IL 13 SI VOTA DALLE 8.30 ALLE 14.00

I SEGGI SONO UBICATI NELLE PROPRIE FACOLTA' PER ULTERIORE INFO SULLA DISPOSIZIONE GUARDA IL SITO WWW.UNIROMA1.IT

PER VOTARE è NECESSARIO UN DOCUMENTO DI IDENTITA'

PER VOTARE CORRETTAMENTE DEVI:

BARRARE IL SIMBOLO AZIONE UNIVERSITARIA PER LA LIBERTA'
E SCRIVERE IL NOME DEL CANDIDATO

PUOI ESPRIMERE UNA SOLA PREFERENZA AD ORGANO.

Scheda Arancione
Consiglio d'Amministrazione
scrivi: ALICATA


Scheda Gialla Senato Accademico scrivi: CUDA

Scheda Verde Cus scrivi: MARSILI

Scheda Avorio Adisu Territoriale scrivi: IACONA

lunedì 27 ottobre 2008

«Studenti in piazza? È colpa dei professori»

Il mondo della scuola è in fibrillazione. Anche ieri manifestazioni si sono svolte un po' in tutta Italia (a Roma un corteo ha percorso le strade del quartiere Centocelle), ma c'è una protesta che non finisce sulle pagine dei giornali.Che non vale un servizio nel Tg della sera. La raccontano a Il Tempo i ragazzi di Azione Univeritaria e Azione Studentesca. Le organizzazioni giovanili di Alleanza Nazionale.Anche loro, infatti, stanno protestando. E non da oggi. «Da anni - spiega Matteo Petrella dirigente nazionale di Azione Universitaria - ci battiamo contro gli sprechi dell'Università, che sono tantissimi. Contro le caste e le baronie. Ma siamo sempre stati da soli». Il perché è presto detto: difficile schierarsi contro i professori con cui, dopo, bisogna fare esami e tesi.
Se poi si è ragazzi di destra, «fascisti», la cosa è ancora più difficile. «Faccio Scienze Politiche alla Sapienza - racconta Cristian Alicata dirigente provinciale di Au e in corsa per un posto in Consiglio di amministrazione alle elezioni del 12 e 13 novembre - ma non posso partecipare alle assemblee degli studenti. Inoltre, subisco continuamente provocazioni».
Insomma, la vita non è facile. Ciò nonostante da una settimana anche loro stanno cercando di farsi sentire. Soprattutto stanno cercando di informare i loro colleghi su pregi e difetti di quella legge 133 che, spiegano, «non è una riforma dell'università». «Si tratta di una legge Finanziaria - dice Petrella - che contiene cose condividisibili come l'ingresso delle Fondazioni nelle università. Un ingresso che potrebbe portare risorse aggiuntive senza toccare la natura pubblica degli atenei. Ma non è la riforma organica di cui l'università avrebbe bisogno. Perché non parliamo ad esempio del sistema di reclutamento degli insegnati?»
E poi ci sono i tagli. «Con Mussi - rilancia Alicata - scendemmo in piazza perché si tagliava orizzontalmente il Fondo di finanziamento ordinario. Stavolta, invece, i tagli riguardano i professori. Toccano la casta. Certo, ci piacerebbe avere la certezza che le risorse liberate vengano destinate agli studenti».
Si torna così al punto dolente: i professori. Secondo i ragazzi di Au sono loro i veri «registi» della protesta. «Se un professore ti dice vieni a fare lezione in piazza che fai? Non ci vai?» domandano retoricamente. «Sono loro che permettono il blocco della didattica e le occupazioni. Vogliono difendere lo status quo e gli studenti gli stanno dando una mano. Senza contare che, come accadde nel 2005, i collettivi di sinistra si affidano a questa mobilitazione per cercare di raccattare voti in vista delle elezioni. È la loro unica forza».
Anche nei licei la musica non cambia. «Se un dirigente scolastico vuole proibire un'occupazione può farlo - racconta Andrea Moi studente del III Istituto d'Arte e presidente della consulta degli studenti di Roma -. Al Newton, ad esempio, il professor Mario Rusconi, presidente dell'Associazione presidi di Roma, ha proibito l'occupazione. E si fa lezione regolarmente».
Insomma, per i ragazzi di Au, molto di quello che sta succedendo è frutto delle strumentalizzazioni dei docenti. Per questo, anche se sanno di non avere la stessa forza, la prossima settimana organizzeranno manifestrazioni goliardiche negli atenei e martedì incontreranno al teatro Capranica i capigruppo del Pdl di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri (con gli altri movimenti giovanili di centrodestra ndr). Inoltre stanno pensando ad una grande assemblea pubblica in Sapienza, magari con il ministro Mariastella Gelmini. «Vorremmo invitarla - dicono - ma non crediamo verrà».

Nicola Imberti
da IlTempo.it

domenica 19 ottobre 2008

NO AL BLOCCO DELLA DIDATTICA

Siamo stufi di bugie!
In questi giorni nelle università si protesta per i cosidetti “drammatici tagli” al FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) che il governo avrebbe operato.
Questo non è vero!
Infatti la finanziaria del 2006 (In pieno governo Prodi) prevedeva un FFO di 6.820.698 MILIONI di EURO, mentre quella di quest’anno lo ha alzato a 6.893.577 MILIONI di EURO, sicuramente non è abbastanza, ma non possiamo parlare di tagli.

E’ ora di eliminare gli sprechi, basta a spese pazze, come i 223.200 EURO per il logo de “La Sapienza”, basta mantenere in vita corsi di laurea con 5 iscritti.

Ora basta!
Tagliamo dove bisogna tagliare,
facciamo nuovamente respirare questa università.

La legge 133 specifica che le Università POSSONO deliberare di diventare fondazioni, non hanno nessun obbligo di diventarlo.
Per la prima volta verranno introdotte penalità per gli atenei che hanno tasse studentesche troppo alte.
Finalmente si potrà avere una più stretta collaborazione tra Università e mondo produttivo, attraverso delle collaborazioni, permettendo agli studenti di avere la possibilità di maggiori sbocchi lavorativi.

il 12 e 13 Novembre alle elezioni universitarie della Sapienza
vota AZIONE UNIVERSITARIA per la LIBERTA'
e scrivi:
al Consiglio di Ammistrazione
ALICATA
al senato
CUDA
al C.U.S.
MARSILI
al LazioAdisu
IACONA
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iscriviti al gruppo:
Tutti pazzi per....Alicata

lunedì 29 settembre 2008

Upea Capo d'Orlando esclusa... It's a shame!

In attesa che il 1 ottobre si risolva tutto e non venga,
vergognosamente, cancellato un sogno ....



NOI SIAMO CAPO D'ORLANDO!!!!!

martedì 23 settembre 2008

Azione Universitaria Roma: “elezioni del rettore alla Sapienza falsate!!

Da questa mattina hanno avuto inizio i primi tre giorni per l’elezione del successore del rettore della Sapienza Guarini. “Da più di un anno assistiamo a professori e presidi di facoltà impegnati in strategie e giochetti vari per portare avanti le loro candidature personali o quelle di amici”, lo dichiara Cristian Alicata, dirigente provinciale di Azione Universitaria, e aggiunge: “diventare rettore dell’ateneo più grande d’ Europa fa gola a molti, ma non possiamo tollerare che per raggiungere tale scopo si scada in comportamenti scorretti e poco chiari, figli di un certo tipo di intendere la politica. Molti studenti con diritto di voto, si ritrovano infatti estromessi senza alcuna ragione dalle liste, in cui però compaiono misteriosamente persone che in quanto laureate hanno perso questo diritto. Chiediamo che questa farsa venga bloccata al più presto e che gli organi preposti a vigilare su questa questione facciano il loro lavoro”.

«Gabbo vive ancora»

"In attesa del processo ricostruito in un libro
l’omicidio
di Gabriele Sandri"

È dedicato agli spiriti liberi, a quelli in vita e anche a quelli che non ci sono più, il libro su Gabriele Sandri, il giovane tifoso della Lazio ucciso nel novembre scorso da un colpo di pistola esploso da un poliziotto. Il volume, presentato ieri pomeriggio in Campidoglio, è intitolato 11 Novembre 2007, l’uccisione di Gabriele Sandri, una giornata buia per la repubblica un titolo che riporta la data in cui «Gabbo», perse la vita in un autogrill sull’A1 nei pressi di Arezzo.
Oggi Gabriele avrebbe compiuto 27 anni; dopodomani si andrà in tribunale ad Arezzo. Per quel giorno, infatti, è prevista l’udienza preliminare. «La mia famiglia si costituirà parte civile - dice Cristiano Sandri, fratello di Gabriele-. Non avremo modo di vedere l’imputato perché credo che il processo sarà in contumacia, ma sapremo se l’imputato deciderà per il rito abbreviato o il giudizio davanti la corte d’assise». Cristiano, avvocato legale della famiglia, mostra 2 tavole che ricostruiscono i fatti. «La testimonianza di 4 persone dice che l’agente, a braccia tese, puntava verso la macchina». Nella seconda tavola è riportata la raffigurazione dell’auto su cui si trovava Gabriele al momento dei fatti: «L’auto stava lasciando l’autogrill - sostiene -. Se c’è stata una deviazione del proiettile è stata minima, ma secondo il nostro studio non c’è stata deviazione. Anche i risultati delle tre consulenze chimiche effettuate sul proiettile mostrano che sul proiettile sono state trovate tracce del vetro dell’auto del metallo della collanina tranciata e fibre di abito». 11 Novembre 2007 è un libro-inchiesta. «Vorrei dare una chiave di lettura per capire le motivazioni che portarono a una comunicazione deficitaria per quanto riguarda la reazione che dopo l’omicidio, negli stadi e nella città - chiude Maurizio Martucci, l’autore -. Nel libro mi pongo degli interrogativi: perché si è atteso a rinviare la partita dell’Olimpico e perché la zona attorno allo stadio era abbandonata dalle forze dell’ordine?».

mercoledì 17 settembre 2008

Fascismo e antifascismo. La lettera di Giorgia Meloni

Carissimi,
credo che a nessuno di voi sia sfuggito il tentativo di strumentalizzazione messo in atto sulla antica diatriba fascismo-antifascismo ai danni di Azione giovani, anche per qualche nostra ingenuità.
Ero convinta che il comportamento di migliaia di ragazzi nell’incontro con il presidente Fini ad Atreju avesse rivelato alla politica e al mondo dell’informazione qualcosa di più del nostro modo di essere e di pensare.
Così non è stato. Così non si è voluto che fosse.
Ritengo dunque opportuno intervenire, anche per non essere ingiustamente attaccati in nome di cose né dette né pensate.
Non cadete nel tranello. Siamo stati e restiamo gente che crede nella libertà, nella democrazia, nell’uguaglianza e nella giustizia.
Siamo quelli che ogni giorno consumano i migliori anni della propria gioventù per difendere questi valori, al punto che se oggi qualcuno si mettesse in testa di reprimerli – come avviene in Cina, a Cuba o in altre parti del mondo – noi li difenderemmo con la vita. Sono i valori sui quali si fonda la nostra Costituzione e che sono propri anche di chi ha combattuto il fascismo.

Certo, c’è stato anche un antifascismo “militante” in nome del quale sono stati uccisi presunti fascisti e anche antifascisti, sono stati infoibati vecchi, donne e bambini, sono stati eliminati ragazzi di sedici anni che avevano come unica colpa quella di far parte della nostra organizzazione. Certo, ancora oggi, in nome dell’antifascismo “militante” ad alcuni di noi viene impedito di andare a scuola, all’università, al cinema.
Si tratta della mia obiezione ed è la stessa di Gianfranco Fini che, ad Atreju, ha operato questa distinzione, parlando di un antifascismo democratico e uno non democratico, ovvero di una parte di questo fenomeno nei cui valori ci riconosciamo e di un’altra parte le cui gesta sono distanti anni luce dai principi nei quali crediamo (e nei quali dovrebbe credere anche l’altro antifascismo). Noi rifiutiamo ogni forma di violenza, oppressione e intolleranza.
Gianfranco Fini ha operato questa distinzione senza soffermarcisi perché voleva che il suo giudizio sul fascismo fosse chiaro, netto, definitivo. Sapeva che molti di noi sarebbero stati feriti da questo atteggiamento, ma non ha voluto blandirci come fossimo ragazzini inconsapevoli. Sapeva di avere davanti gente piena di dignità, giovane e matura nello stesso tempo. Ed è quello che siamo.
E allora guai a offrire pretesti a una sinistra terrorizzata dall’impossibilità di utilizzare ancora contro di noi quella carta jolly rappresentata dall’accusa di fascismo. Guai a farci mettere ancora sotto accusa da chi, per storia, ha decisamente poche lezioni da offrire. Così da poter essere finalmente noi a chiedere conto del perché, ancora oggi, non una parola di solidarietà venga spesa dai sedicenti democratici quando i ragazzi di Ag vengono aggrediti o le loro sedi date alle fiamme.
E adesso, per favore, basta.
Basta con questa storia del fascismo e dell’antifascismo. Mi rivolgo a tutti, dentro e fuori da Azione Giovani, dentro e fuori da An, dal Pdl, da Montecitorio, dalla politica italiana intera. Pietà! Siamo nati a ridosso degli anni ’80 e ’90, siamo tutti protesi anima, cuore e testa nel nuovo millennio. Dobbiamo respingere insieme questo tentativo di rinchiudere quella meravigliosa gioventù che svolgeva poche ore fa la più grande manifestazione giovanile d’Italia in uno spazio angusto di quasi cento anni or sono. Ragazzi, stiamo vincendo e questo non va giù a una sinistra sempre più priva di risposte concrete e suggestioni efficaci. Che ha completamente perso il contatto con la nostra generazione e ora cerca di costringerci all’interno di una galera civile per evitare che il nostro amore possa continuare a contagiare altri giovani italiani.
Non ne posso più di parlare di fascismo e antifascismo, e non intendo farlo ancora. Voglio fare altro, occuparmi di questo presente e di questo futuro. Come ognuno di voi, voglio fare politica nell’Italia di oggi, per dare una speranza all’Italia di domani.
Tutto il resto è noia.

Giorgia Meloni

"Grazie Giorgia, siamo tutti con te"

martedì 16 settembre 2008

Azione Giovani, Riflessioni sull' antifascismo

- Ospito sul mio blog una lettera scritta dal Pres. prov. di
Azione Giovani Roma -

www.azionegiovaniroma.org
Carissimo,non ti scrivo per riaprire il dibattito sul ventennio fascista, non credo infatti che questa debba essere la mia prima preoccupazione di eletto nelle istituzioni e di dirigente politico. Penso piuttosto che sia materia per gli storici e, da questo punto di vista, mi riconosco appieno nelle posizioni di Renzo De Felice e Gianpaolo Pansa. Penso anche che sia materia sulla quale, giustamente, si interrogano le più alte cariche istituzionali, che in questo modo cercano di portare a compimento il difficile processo di pacificazione nazionale. Ti scrivo invece a proposito del dibattito sulla necessità o meno di dirsi anti-fascisti, per condividere con te alcune riflessioni.

Circa due anni fa, non nel 1943, il più importante sito della rete antifascista italiana, Indymedia, pubblicò un articolo di commento a una iniziativa di Azione giovani di Roma e ritenne utile mettere vicino al mio nome anche il mio indirizzo di casa, con l'evidente intento di puntare l'indice contro di me e di indicarmi come bersaglio da colpire. Ho pensato: “Come potrei aderire alla cerchia dei miei aguzzini? Come potrei dichiararmi antifascista?”. Ma sono andato oltre per non farne una questione personale.

Mi sono ricordato poi che negli ultimi 5 anni, non nel 1943, almeno per una ventina di volte le nostre sedi sono state bersaglio di assalti, devastazioni, attentati incendiari, da parte di personaggi che si vantavano di essere antifascisti. Mi ci vedi a tirare le bombe molotov contro una sede di partito? Addirittura contro una sede del mio partito? Mi sono detto no, non posso essere antifascista. Poi riflettendo ho fatto autocritica e ho pensato che magari sono troppo legato a questa idea delle sedi quelle che una volta si chiamavano "sezioni". Allora sono andato avanti.

Mi sono ricordato, però, che negli ultimi cinque anni, non nel 1943, i ragazzi di Ag in tutta Italia hanno subito numerose aggressioni nel nome dell'antifascismo, aggressioni verbali e fisiche, bastonate, sprangate per capirci. Ti sembra possibile che il presidente di Azione giovani a Roma si aggiri per la sua città a sprangare i propri ragazzi? “No, non posso proprio essere antifascista”, ho pensato ancora fra me e me. Poi per non lasciare nulla di intentato ho detto magari sono troppo sentimentale, così legato a questi ragazzi con i quali condivido un percorso umano prima che politico.

Sono andato un po' indietro nel tempo fra gli anni Settanta e Ottanta, comunque non nel 1943, e mi è venuto alla mente che alcune decine di ragazzi come me, che facevano quello che faccio io oggi, sono stati uccisi dall'odio degli antifascisti e francamente a quel punto sono crollato.

Ce l’ho messa tutta per trovare un motivo valido per essere antifascista ma non l'ho proprio trovato anzi ne ho trovati molti per non esserlo.

A questo punto ti prego di capirmi e con me tutti i ragazzi di Azione Giovani. Prego Dio affinché ci dia la forza di perdonare chi in nome dell’antifascismo ha ucciso giovani vite innocenti; ma cerca di comprenderci noi non possiamo essere, non vogliamo essere e non saremo mai antifascisti.

Federico Iadicicco
(Presidente Azione Giovani Roma)

“Io vi risponderò con Paolo di Tarso, che non faccio il bene che pure voglio, ma il male che non voglio, ed aggiungerò che l’angelo che in noi dorme, suole svegliarsi quando la bestia lo trascina, e destandosi piange la sua schiavitù e la sua disgrazia. Quanti buoni sentimenti nascono dalle cattive azioni in cui la bestia ci precipita”
Miguel De Unamuno

lunedì 15 settembre 2008

Fini e l'Antifascismo...un falso storico

"Se i valori dell'anti-fascismo sono libertà, uguglianza e giustizia sociale allora tutti dobbiamo riconoscerci nell'anti-fascismo". Con questi semplici e futili parole il pres. della camera G. Fini ha gelato la composta e matura platea di Atreju 2008, annuale appuntamento per i ragazzi di Azione Giovani. Nessuno si aspettava un intervento simile, un mix di storia e politica inutile e anacronistico, una lezioncina che i giovani di AN non meritavano. Forse Fini è troppo impegnato a mantenere l'equilibrio sul suo piedistallo per pensare e dire qualcosa di serio e concreto ai suoi ragazzi, che in quanto a storia e revisionismi ne hanno ascoltate abbastanza lectio magistralis.
Non si riesce a capire il perchè di tutto ciò, perchè proprio lui deve dire a noi che l'anti-fascismo è un valore e che in Italia è giusto che ci siano morti di serie A e morti di serie B (morti di Salò), questo discorso te lo aspetti da un leader di sinistra, ma non da colui che nel nostro panorama politico ha sempre rappresentato la destra moderna.
Nella platea di Atreju c'erano giovani che forse non si sono mai detti fascisti (a differenza di Fini) e che la storia la studiano o l'hanno studiata e sanno ben scindere il bene dal male, ma nn per questo devono sentirsi anti-fascisti, anzi sono ragazzi che lottano giorno per giorno per la libertà(scuole e università), per l'uguaglianza(proprio contro chi si fregia di essere un anti-fascista militante) e per la giustizia sociale( che lui da politico dovrebbe garantirci).
Forse il caro Gianfranco non conosce bene i suoi giovani o forse li frequenta poco, non lo sa che non abbiamo bisogno delle sue svolte per capire in che mondo e società viviamo, se in questi anni Azione Giovani, Azione Universitaria e Azione Studentesca si sono affermati nel territorio nelle università e nelle scuole è perchè noi siamo immersi nel nostro tempo, ascoltiamo la musica dei nostri coetanei, conosciamo i loro problemi, forse meglio dei nostri leader, raccogliamo il loro consenso proprio perchè non siamo nostalgici e fuori dal mondo.
E se qualcuno si domanda come mai siamo cosi ostili all'anti-fascismo a Fini e a tutti i sapiens ricordiamo che in nome di questo valore noi (ragazzi di destra) veniamo ancora discriminati, insultati e aggrediti e che in una parte della storia dimenticata( Fini ne dovrebbe sapere qualcosa) altri ragazzi hanno perso la vita e altri sono stati fucilati o infoibati, forse la lezioncina su quali valori rappresenta l'anti-fascismo Fini la dovrebbe fare, da presidente della Camera, a chi ancora oggi parla di pericolo fascista e incita all'odio politico.
Caro presidente NOI non facciamo politica per hobby, siamo giovani, ma siamo maturi e l'abbiamo dimostrato in questa fase di nascita del PDL e non fischiandola per le assurdità che ha detto sabato mattina, quindi ci risparmi la sua saccenza e la sua prosopopea, noi nn siamo fascisti ma nn siamo neanche anti-fascisti, NOI riusciamo a scindere i fotogrammi giusti e sbagliati della nostra storia e difenderemo sempre chi prima di noi ha deciso di schierarsi dalla parte sbagliata(come dice lei erano in buona fede).
Non accettiamo l'ennesima lezione di storia e di vita, soprattutto dal nostro capo e a casa nostra, per l'ennesimo anno Atreju è stato un laboratorio ricco di idee, frutto di una generazione di giovani che lottano e elaborano politica e continuano a fare sacrifici, anche per chi li continua a considerare massa non pensante.
Concludo con una frase inviatami oggi, da un' amica-camerata, che rappresente il nostro modo di fare politica.

Abbiamo scelto di volare, si sa comporta rischi
non sempre il cielo è limpido e alcuni voli in picchiata
rischiano di spezzarci le ali..
Ma quelli come NOI non conoscono paura
ma rabbia che trasformata in amore
ci porterà in alto ancora

fino alla prossima sfida, fino alla VITTORIA!!

giovedì 4 settembre 2008

ATREJU 2008 - IL PROGRAMMA

mercoledì 10 settembre 2008
  • ore 17:00
    Una festa a lungo attesa
    Inaugurazione di Atreju ‘08
  • ore 18:00
    Ti chiamerò Futuro
    Alla ricerca del difficile equilibrio tra flessibilità e precariato
    Si confrontano: Maurizio Sacconi, Federica Guidi, Renata Polverini, Tiziano Treu
  • ore 19:30
    Tempi moderni
    La sfida italiana nell’era globale
    10 domande a Giulio Tremonti
  • ore 20.30
    Premio Atreju 2008 a Clemente Russo
    Partecipano: Claudio Barbaro e Riccardo Andriani
  • ore 21:00
    All In! Torneo di Texas Hold’em per beneficenza
    Tra i partecipanti anche: Pupo, Fabio e Maurizio Caressa, Lillo, Gianluca Ansanelli e Katia Ricciarelli
  • ore 21.30
    “Come se fosse”
    Il cabaret di Pablo e Pedro
giovedì 11 settembre 2008
  • ore 11.00
    I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
  • ore 13.00
    La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
  • ore 15.00
    Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
  • ore 17.00
    Per chi suona il campanile
    Mille Federalismi, Una sola Italia
    Si confrontano: Gianni Alemanno, Flavio Tosi, Sergio Cofferati
  • ore 18:30
    Il Cavaliere che fece l’impresa?
    Idee, suggestioni e concretezza: quale politica per lasciare il segno
    SILVIO BERLUSCONI a confronto con i giovani del Popolo della Libertà
    Introduce: Giorgia Meloni
  • ore 20:00 Premio Atreju 08 a Jitka Frantova Pelikanova, moglie di Jiri Pelikan, direttore della tv cecoslovacca all’epoca della Primavera di Praga, perseguitato dai sovietici, esule in Italia
    Partecipa: Andrea Ronchi
  • ore 21:30
    La Compagnia dell’Anello in concerto
  • ore 23.00
    Lunatrash in “Eccezzziunali… veramente! Tour 2008”
venerdì 12 settembre 2008
  • ore 10:00
    I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
  • ore 11:00
    Assemblea rappresentanti CNSU
  • ore 13.00
    La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
  • ore 15.00
    Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
  • ore 16.00
    Premio Atreju 2008 al dott. Mario Melazzini
  • ore 17:00
    Piccolo Mondo Moderno
    I nuovi bisogni tra progresso, qualità della vita e sicurezza sociale
    Si confrontano: Fabio Rampelli, Angelo Bonelli, Folco Quilici, Carlo Ripa di Meana, Mario Tozzi
  • ore 18:30
    Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulla storia d’Italia ma non avete mai osato chiedere
    La scatola nera 10 domande a Francesco Cossiga
  • ore 19:30
    Salvate il soldato Rossi
    Interesse nazionale e impegno umanitario nell’era post-ideologica
    Si confrontano: Ignazio La Russa, Piero Fassino, Carlo Jean, Lucia Annunziata
  • ore 21:30
    Finley in concerto
sabato 13 settembre 2008
  • ore 10:30
    Dove Nietzsche e Marx si davano la mano
    Destra, sinistra, centro: la politica, i giovani e le istituzioni 40 anni dopo il ’68.
    GIANFRANCO FINI a confronto con i rappresentanti dei principali movimenti politici giovanili
    Partecipano: Giorgia Meloni, Paolo Grimoldi, Piersante Morandini, Francesco Pasquali, Pina Picierno, Fausto Raciti
  • ore 13.00
    La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
  • ore 15.00
    Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
  • ore 15:00
    Io speriamo che me la cavo
    Gli studenti a confronto con Maria Stella Gelmini sul futuro della scuola italiana
    Interviene: Laura Marsilio
  • ore 17:00
    C’era una volta in Italia
    L’identità nazionale come risorsa culturale del centrodestra.
    Si confrontano: Sandro Bondi, Ernesto Galli della Loggia, Gennaro Malgieri
  • ore 18.30
    La strada
    Valori, percorso e futuro della destra italiana
    10 domande a Maurizio Gasparri
  • ore 19:30
    Và dove ti porta il merito
    Analisi e proposte per una rivoluzione meritocratica
    Si confrontano: Renato Brunetta, Roger Abravanel, Giovanni Floris, Enrico Letta, Paolo Corsini
  • ore 21:30
    Edoardo Bennato in concerto
  • ore 23.30
    Festa in piscina “Ballo senza sballo”
domenica 14 settembre 2008
  • ore 10.00
    I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
  • ore 12.00
    Conclusioni

venerdì 29 agosto 2008

Atreju 08 - Eccezionali per scelta!!!!

Dunque, ci siamo! Fra pochi giorni si alzerà il sipario su Atreju 2008 che si svolgerà a Roma dal 10 al 14 settembre, presso il Parco del Celio, a pochi passi dal Colosseo.

Dieci anni fa, quasi per gioco, iniziò questa folle avventura destinata a diventare la più importante manifestazione giovanile d’Italia. Da allora sono cambiate tante cose, ma la voglia di ragionare, stupire e divertirsi è rimasta la stessa. Il decennale di Atreju cade in un momento assai particolare di straordinarie evoluzioni in ogni ambito. Per la prima volta, la festa di Azione Giovani si apre alle altre esperienze politiche destinate a confluire nel Popolo della Libertà. Non solo. All’interno del villaggio avranno diritto di cittadinanza nuove associazioni culturali, sociali e sportive. Insomma, come sempre, Atreju sarà una festa di parte piuttosto che di partito. Che poi è il segreto del suo successo in questo lungo decennio ricco di gioie e sofferenza, di passione e coraggio.
Sono ore febbrili queste, in cui cresce oltre all’attesa dei partecipanti anche la curiosità dei giornalisti… Ma come sempre, il programma ufficiale verrà svelato sette giorni prima dell’inizio e sarà visibile sui siti : www.atreju.tv e www.azionegiovani.org
Vi basti sapere che nei quattro giorni della Festa, succederà di tutto: tanta politica, ma anche solidarietà, cultura, sport, musica e cabaret, le mode del momento, il cibo, il vino, i balli, l’emozione del ritrovarsi ad un anno di distanza, insieme con l’impazienza di conoscersi per la prima volta. Nel palinsesto dei dibattiti ci sarà spazio per tanti temi diversi ed una molteplicità di relatori, tutti di grande spessore.
Segnaliamo solo due incontri, da subito, come gustosa anticipazione di ciò che verrà: l’appuntamento di sabato 13 alle 10 e 30 del mattino con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, posto a confronto con i rappresentati dei principali movimenti giovanili italiani, e l’incontro a tutto campo con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alle ore 18 e 30 di giovedì 11.

sabato 9 agosto 2008

Pechino 08 - Olimpiadi della VERGOGNA

"Perchè il male trionfi è sufficiente che
il bene rinunci all'Azione"

Le Olimpiadi di quest'anno dovevano essere un'occasione per la Cina per fare un salto in avanti. Non si sono visti progressi in tal senso, il regime cinese continua imperterrito per la sua strada. I giochi olimpici con il loro valore sportivo - educativo si svolgeranno in una terra dove quotidianamente vengono calpestati diritti umani che da decenni sono diritti quesiti nel mondo civile. Le autorità cinesi continuano a minacciare crisi diplomatiche nei confronti degli Stati i cui rappresentanti esprimono dissenso nei loro confronti. La Cina sembra volersi attestare come zona franca e il resto del mondo sembra intenzionato a consentirlo. Azione Giovani non ci sta (insieme alle migliaia di associazioni che nel mondo stanno dando vita a forme di protesta). Gli atleti vivono in un ambiente ovattato senza rendersi conto delle tragedie che quotidianamente si consumano attorno a loro. Le autorità sportive italiane sembrano più interessate alla passerella degli atleti che allo spirito sportivo vero e proprio. I giochi olimpici sono l'unica manifestazione a non essere censurata e speriamo che qualche atleta ne approfitti per rendere evidente il dissenso verso la Cina che ormai si respira in tutto il mondo.

venerdì 25 luglio 2008

Libertà per gli assassini

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Pochi minuti fa mi è arrivata la notizia della scarcerazione di Contrada, sotto la forma di arresti domiciliari per motivi di salute.

di Salvatore Borsellino - 24 luglio 2008

tratto da: antimafia2000

Non posso accettarla, il mio animo si rivolta, il constatare che agli assassini di mio fratello non è bastato ucciderlo ma che stanno anche completando l'opera mi ripugna, mi sconvolge.
Ho voglia di farmi giustizia con le mie mani dato che la Giustizia in questo nostro sciagurato paese non esiste più.
Paolo considerava Contrada un assassino e lo stesso lo considero io e per gli assassini non ci può essere ne perdono ne pietà.
Non è una mia idea, Paolo disse più di una volta ai suoi familiari parlando di Contrada "solo a fare il nome di quell'uomo si può morire".
Contrada era in carcere, il solo finora a pagare per quei pezzi deviati dello Stato che con la criminalità mafiosa hanno trattato e per portare avanti questa trattativa hanno fatto uccidere Paolo Borsellino e con lui tutta la sua scorta, ragazzi mandati a morire senza nessuna difesa ne possibilità di salvezza da chi sapeva che il carico di tritolo, anzi di Semtex, l'esplosivo usato per le stragi di Stato, era già stato depositato in Via D'Amelio.
Contrada era un simbolo, il simbolo di una Giustizia che qualche volta, solo qualche volta, riesce ad inchiodare i colpevoli.
Adesso quelli che lui ha servito e che sono rimasti fuori dalla galera, che non sono mai stati finora indagati perchè i pochi giudici che hanno tentato di farlo sono stati subito ridotti al silenzio, come ha detto l'altro giorno il giudice Scarpinato al Palazzo Steri di Palermo, sono riusciti a tirarlo fuori come gli avevano promesso per evitare che potesse parlare e trascinare in galera anche loro.
Avrei potuto accettare che finisse i suoi miseri giorni a casa sua, se anche gli altri avessero pagato, se fossero partite quelle indagini che non andranno mai avanti sui mandanti occulti della strage, su quelli che non si possono chiamare "mandanti esterni" perchè sono "interni" allo Stato ed alla stessa magistratura.
Ma, come disse Sciascia, "lo stato non può processare se stesso" e quello che c'era scritto sull'Agenda Rossa di Paolo consente di tenere in piedi una rete di ricatti che consente di mettere tutte le pedine al posto giusto, di manovrare i pezzi necessari, ed arrivare alla fine della partita.
Se venissero portate avanti le indagini sulle telefonate partite dal centro del Sisde sul Castello Utveggio, Contrada ed tanti altri insieme a lui potrebbero andare in carcere non per concorso esterno in associazione mafiosa ma per concorso in strage e forse sarebbe allora più difficile tirarli fuori dal carcere, sarebbe più difficile concedere anche a loro l'immunità come per le alte cariche dello Stato, se ne potrebbe salvare uno ma non tutti.
Ho eliminato dal mio vocabolario due parole, la speranza ma anche la disillusione, lo scoraggiamento.
Ce ne sono rimaste solo due la parola rabbia e la parola lotta e a gridare la mia rabbia e a lottare continuerò finche avrò voce, finchè avrò vita.

sabato 19 luglio 2008

In ricordo di Paolo Borsellino

Per non dimenticare....
19 luglio 1992 - 19 luglio 2008
A 16 anni dalla strage di via D'Amelio

"La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. "
(Paolo Borsellino)



"E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti."
(Paolo Borsellino)


Grazie Paolo
per averci insegnato cosi vuol dire
difendere e amare la propria terra,
cosa vuol dire lottare per i propri ideali di giustizia
e difenderli fino in fondo,
cosa vuole dire sacrificarsi giorno per giorno
per creare un mondo migliore.
Il tuo esempio e quello degli angeli che sono
morti con te, è uno stimolo
a fare sempre del proprio meglio e a
non cedere ai ricatti che questa società
malata e corrotta ci impone.
Onore te, che anche da lassù, continui ad essere esempio
di legalità per tutto il popolo siciliano e per tutta l'Italia

mercoledì 16 luglio 2008

RONALDINHO AL MILAN!!!

"IL SOGNO SI AVVERA"
RONALDINHO - KAKA' - PATO
che spettacolo.......

COMUNICATO UFFICIALE
15/07/2008

L'AC Milan e l'FC Barcelona hanno raggiunto un principio di accordo per il trasferimento di Ronaldinho alla Società rossonera. Il calciatore sarà domani a Milano per sottoporsi alle visite mediche e per firmare il contratto che lo legherà al Milan fino al 30 Giugno 2011.


venerdì 11 luglio 2008

Per non dimenticare....Gabriele Sandri

11 novembre 2007 - 11 luglio 2008
8 mesi di silenzio, senza Giustizia

Gabriele Sandri, la mattina dell’11 Novembre 2007, dopo aver suonato al Piper Club di Roma, si metteva in viaggio per seguire la “sua” Lazio a Milano, a bordo di una autovettura guidata da un amico.
Questo viaggio però veniva interrotto in un autogrill nei pressi di Arezzo dal gesto folle di un agente della Polstrada, che esplodeva un colpo di pistola dalla parte opposta della carreggiata, colpendo la macchina dove era a bordo Gabriele.
Il proiettile, purtroppo raggiungeva Gabriele al collo togliendogli la vita alle ore 9.18 !
Nell’immediatezza dell’evento gli organi istituzionali non hanno voluto assumersi le proprie responsabilità, comportamento culminato nella conferenza stampa del Questore di Arezzo che ha vietato ai giornalisti presenti di fare domande sull’accaduto.
Intanto, la notizia della morte di Gabriele si diffondeva rapidamente in tutta Italia suscitando le reazioni dei tifosi di calcio, i quali auspicavano che il Campionato Nazionale venisse interrotto per rispetto del giovane ragazzo ucciso.
Gli organi d’informazione, da parte loro, rivolgevano prevalentemente la propria attenzione sugli episodi di violenza scaturiti a Roma e Bergamo dopo l’omicidio,facendo passare in secondo piano l’uccisione assurda e gravissima di Gabriele.
Attualmente "tutti" si trovano al proprio posto: il Questore di Arezzo, che ha sostenuto la tesi dei colpi sparati in aria, l’assassino di Gabriele per il quale non sono state ravvisate esigenze cautelari.
Gabbo ci ha lasciato per volare in paradiso!




L’omicidio di Gabriele è stato commesso dall’agente della Polstrada di Arezzo Luigi Spaccarotella.
Quest’ultimo è attualmente indagato dalla Procura di Arezzo per il reato di Omicidio volontario.
Il Pubblico Ministero che dirige le indagini, dott.Ledda, ha disposto una serie di accertamenti tecnici volti a stabilire la dinamica del colpo esploso dall’agente.
Il termine ultimo che il PM ha stabilito per il deposito delle perizie andrà a scadere a fine Febbraio 2008.
Luigi Spaccarotella, indagato per un reato per il quale la legge prevede 21 anni di reclusione, ad ora si trova a piede libero.

martedì 8 luglio 2008

Intervista al Presidente Francesco Cossiga

«La strage di Bologna, fu un incidente
della resistenza palestinese»
Cossiga compie 80 anni:
Moro? Sapevo di averlo condannato a morte

Presidente Cossiga, auguri per i suoi ottant'anni. Lei è sempre malatissimo, e tende sempre a relativizzare il suo cursus honorum "Viminale, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Quirinale" . Eppure la vita le ha dato longevità e potere. Come se lo spiega?
«Ma io sono ammalatissimo sul serio! Nove operazioni, di cui cinque gravi, una della durata di sette ore, seguita da tre giorni di terapia intensiva. Ma resisto. Come si dice in sardo: "Pelle mala no moridi"; i cattivi non muoiono. E io buono non sono. Io relativizzo tutto quello che non attiene all'eterno. E poi, come spiego in un libro che uscirà a ottobre, "A carte scoperte", scritto con Renato Farina, tutte le cariche le ho ricoperte perché in quel momento e per quel posto non c'era nessun altro disponibile. Io uomo di potere? Sempre a ottobre uscirà un altro libro — "Damnatio memoriae in vita" — con tutti gli articoli, lettere e pseudo saggi di insulti e peggio pubblicati durante il mio settennato contro di me da Repubblica ed Espresso ».

A trent'anni dalla morte di Moro, il consulente che le inviò il Dipartimento di Stato, Steve Pieczenick, ha detto: «Con Cossiga e Andreotti decidemmo di lasciarlo morire». Quell'uomo mente? Ricorda male? Ci fu un fraintendimento tra voi? O a un certo punto eravate rassegnati a non salvare Moro?
«Quando, con il Pci di Berlinguer, ho optato per la linea della fermezza, ero certo e consapevole che, salvo un miracolo, avevamo condannato Moro a morte. Altri si sono scoperti trattativisti in seguito; la famiglia Moro, poi, se l'è presa solo con me, mai con i comunisti. Il punto è che, a differenza di molti cattolici sociali, convinti che lo Stato sia una sovrastruttura della società civile, io ero e resto convinto che lo Stato sia un valore. Per Moro non era così: la dignità dello Stato, come ha scritto, non valeva l'interesse del suo nipotino Luca».

Esclude che le Br furono usate da poteri stranieri che volevano Moro morto?
«Solo la dietrologia, che è la fantasia della Storia, sostiene questo. Tutta questa insistenza sulla "storia criminale" d'Italia è opera non di studiosi, ma di scribacchini. Gente che, non sapendo scrivere di storia e non essendo riusciti a farsi eleggere a nessuna carica, scrivono di dietrologia. Fantasy, appunto ».

Quale idea si è fatto sulle stragi definite di «Stato», da piazza Fontana a piazza della Loggia? La Dc ha responsabilità dirette? Sapeva almeno qualcosa?
«Non sapeva nulla e nessuna responsabilità aveva. Molto meno di quelle che il Pci (penso all'"album di famiglia" della Rossanda) aveva per il terrorismo rosso».

Perché lei è certo dell'innocenza di Mambro e Fioravanti per la strage di Bologna? Dove vanno cercati i veri colpevoli?
«Lo dico perché di terrorismo me ne intendo. La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della "resistenza palestinese" che, autorizzata dal "lodo Moro" a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese, si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo. Quanto agli innocenti condannati, in Italia i magistrati, salvo qualcuno, non sono mai stati eroi. E nella rossa Bologna la strage doveva essere fascista. In un primo tempo, gli imputati vennero assolti. Seguirono le manifestazioni politiche, e le sentenze politiche».

Scusi, i palestinesi trasportavano l'esplosivo sui treni delle Ferrovie dello Stato?
«Divenni presidente del Consiglio poco dopo, e fui informato dai carabinieri che le cose erano andate così. Anche le altre versioni che raccolsi collimavano. Se è per questo, i palestinesi trasportarono un missile sulla macchina di Pifano, il capo degli autonomi di via dei Volsci. Dopo il suo arresto ricevetti per vie traverse un telegramma di protesta da George Habbash, il capo del Fronte popolare per la liberazione della Palestina: "Quel missile è mio. State violando il nostro accordo. Liberate subito il povero Pifano"».

C'è qualcosa ancora da chiarire nel ruolo di Gladio, di cui lei da sottosegretario alla Difesa fu uno dei padri?
«I padri di Gladio sono stati Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Gaetano Martino e i generali Musco e De Lorenzo, capi del Sifar. Io ero un piccolo amministratore. Anche se mi sono fatto insegnare a Capo Marrangiu a usare il plastico».

Il plastico?
«I ragazzi della scuola di Gladio erano piuttosto bravi. Forse oggi non avrei il coraggio, ma posseggo ancora la tecnica per far saltare un portone. Non è difficile: si manipola questa sostanza che pare pongo, la si mette attorno alla struttura portante, quindi la si fa saltare con una miccia o elettricamente... ».

E' sicuro che il plastico di Gladio non sia stato usato davvero?
«Sì, ne sono sicuro. Gli uomini di Gladio erano ex partigiani. Era vietato arruolare monarchici, fascisti o anche solo parenti di fascisti: un ufficiale di complemento fu cacciato dopo il suo matrimonio con la figlia di un dirigente Msi. Quasi tutti erano azionisti, socialisti, lamalfiani. I democristiani erano pochissimi: nel mio partito la diffidenza antiatlantica è sempre stata forte. Del resto, la Santa Sede era ostile all'ingresso dell'Italia nell'Alleanza Atlantica. Contrari furono Dossetti e Gui, che pure sarebbe divenuto ministro della Difesa. Moro fu costretto a calci a entrare in aula per votare sì. E dico a calci non metaforicamente. Quando parlavo del Quirinale con La Malfa, mi diceva: "Io non c'andrò mai. Sono troppo filoatlantico per avere i voti democristiani e comunisti"».

Qual è secondo lei la vera genesi di Tangentopoli? Fu un complotto per far cadere il vecchio sistema? Ordito da chi? Di Pietro fu demiurgo o pedina? In quali mani?
«Credo che gli Stati Uniti e la Cia non ne siano stati estranei; così come certo non sono stati estranei alle "disgrazie" di Andreotti e di Craxi. Di Pietro? Quello del prestito di cento milioni restituito all'odore dell'inchiesta ministeriale in una scatola di scarpe? Un burattino esibizionista, naturalmente ».

La Cia? E in che modo?
«Attraverso informazioni soffiate alle procure. E attraverso la mafia. Andreotti e Craxi sono stati i più filopalestinesi tra i leader europei. I miliardi di All Iberian furono dirottati da Craxi all'Olp. E questo a Fort Langley non lo dimenticano. In più, gli anni dal '92 in avanti sono sotto amministrazioni democratiche: le più interventiste e implacabili».

Quando incontrò per la prima volta Berlusconi? Che cosa pensa davvero di lui, come uomo e come politico?
«Era il 1974, io ero da poco ministro. Passeggiavo per Roma con il collega Adolfo Sarti quando incontrai Roberto Gervaso, che ci invitò a cena per conoscere un personaggio interessante. Era lui. Parlò per tutta la sera dei suoi progetti: Milano 2 e Publitalia. Non ho mai votato per Berlusconi, ma da allora siamo stati sempre amici, e sarò testimone al matrimonio di sua figlia Barbara. Certo, poteva fare a meno di far ammazzare Caio Giulio Cesare e Abramo Lincoln...».

Ci sono accuse più recenti.
«Non facciamo i moralisti. Il premier britannico Wilson fece nominare contessa da Elisabetta la sua amante e capo di gabinetto. Noi galantuomini stiamo con la Pompadour. Quindi, stiamo con la Carfagna ».

Lei non è mai stato un grande estimatore di Veltroni. Come le pare si stia muovendo? Resisterà alla guida del Pd, anche dopo le Europee?
«E che cosa è il Pd? Io mi iscriverei meglio a ReD, il movimento di D'Alema, di cui ho anche disegnato il logo: un punto rosso cerchiato oro. Veltroni è un perfetto doroteo: parla molto, e bene, senza dire nulla. Perderà le Europee, ma resisterà; e l'unica garanzia per i cattolici nel Pd che non vogliono morire socialisti».

Perché le piace tanto D'Alema?
«Perché come me per attaccare i manifesti elettorali è andato di giro nottetempo con il secchio di colla di farina a far botte. Perché è un comunista nazionale e democratico, un berlingueriano di ferro, e quindi un quasi affine mio, non della mia bella nipote Bianca Berlinguer che invece è bella, brava e veltroniana. E poi è uno con i coglioni. Antigiustizialista vero, e per questo minacciato dalla magistratura ».

Cosa pensa dei giovani cattolici del Pd? Chi ha più stoffa tra Franceschini, Fioroni, Follini, Enrico Letta?
«Sono una generazione sfortunata. Il loro futuro è o con il socialismo o con Pierfurby Casini».

Come si sta muovendo suo figlio Giuseppe in politica? E' vero che lei ha un figlio "di destra" e una figlia, Annamaria, "di sinistra"?
«Li stimo molto entrambi. Tutti e due sono appassionati alla politica come me. Mia figlia è di sinistra, dalemiana di ferro, e si iscriverà a ReD. Mio figlio è un conservatore moderno, da British Conservative Party. Io pencolo più verso mio figlio».

E' stato il matrimonio il grande dolore della sua vita?
«Non amo parlare delle mie cose private. Posso solo dire che la madre dei miei figli era bellissima, intelligentissima, bravissima, molto colta. Che ha educato benissimo i ragazzi. E che io l'ho amata molto».

da corriere.it

venerdì 20 giugno 2008

No alle Olimpiadi della repressione

"Metti all'angolo la repressione"


Questa la campagna nazionale promossa
e ideata da Azione giovani,
in
occasione del passaggio della torcia Olimpica in Tibet
(19/21 giugno 2008)
.

Parallelamente all’evento, che sta sollevando non poche polemiche in tutto il mondo, sabato 21 giugno si terra l’inedita sfida “Italia-Tibet”: mini-tornei di sport olimpici come l’atletica, calcio, ciclismo, lotta, pallacanestro, pallamano, pallavolo, pugilato, tennis tavolo, tiro con l'arco, allestiti in piazza e aperti a tutti.
In occasione del passaggio in Tibet del “fuoco sacro”, che rappresenta idealmente i valori stessi che lo sport incarna, rilanceremo quella che consideriamo una vera e propria battaglia di civiltà. Vogliamo un Tibet libero dall’oppressore cinese, capace di autodeterminarsi e che possa quanto prima ritrovare il suo Dalai Lama, ad oggi ancora dolorosamente e ingiustificatamente esiliato, a Roma, Firenze, Bari, Gorizia, Cagliari e in molte altre città saranno allestiti dei mini “villaggi dello sport” aperti a chiunque vorrà cimentarsi nelle discipline olimpiche. All’evento, che vedrà tra gli altri la partecipazione di numerosi esponenti politici, hanno aderito e collaborato anche le associazioni “Donne Tibetane” e “Student for Free Tibet”, che presenteranno le loro squadre di giovani Tibetani che sfideranno l’Italia nei mini tornei”.

lunedì 16 giugno 2008

lunedì 9 giugno 2008

Comunicato Stampa violenza alla Sapienza

Azione Universitaria Roma: “invitiamo tutte le associazioni e gruppi universitari a isolare i violenti e a schierarsi contro questo clima di intolleranza e illegalità”

“Il clima all’università la Sapienza di Roma continua ad essere teso, le facoltà sono ormai territori senza padrone dove ognuno si permette di fare ciò che vuole, come scrivere sui muri o bloccare l’entrata di una presidenza - è quanto afferma Matteo Petrella dirigente nazionale di AU - Azione Universitaria è rimasta equi-distante dai fatti delle scorse settimane ma non per questo ha rinunciato a dire la propria, abbiamo realizzato un volantino dove spieghiamo chi sono realmente i collettivi universitari, illustrando i fatti in cui, questi sedicenti difensori della libertà , si sono distinti per atti di violenza contro studenti universitari, sono loro i principali artefici di questo clima di odio che regna nell’ateneo romano e adesso cercano invece di ergersi a vittime della violenza. Siamo stanchi di vivere all’interno di un’ università dove una minoranza di studenti può porre il veto sulle iniziative da realizzare perpetrando questo obiettivo con la violenza”.
Cristian Alicata, dirigente provinciale di AU, aggiunge : “inoltre ci appare grottesco lo spettacolo offerto dall’istituzioni accademiche in questi giorni, è assurdo che il pro-rettore Frati si schieri apertamente con i collettivi dichiarando che l’università si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario, strumentalizzando la vicenda per pubblicizzare la sua prossima candidatura a Rettore della Sapienza, l’università non ha mai preso posizione sulle violenze e sull’anarchismo dei collettivi (che occupano illegalmente locali dell’università, impedendo lo svolgimento dell’attività didattica e creando disagi agli studenti), non si è mai esposta per condannare episodi di intolleranza ai danni degli studenti e adesso invece si schiera apertamente senza neanche aspettare l’esito del procedimento penale”.
Conclude Alicata: “noi da anni denunciamo tutte queste illegalità, ma non abbiamo mai ricevuto risposte degne di nota, La Sapienza ormai rappresenta una vera e propria anomalia e i concetti di libertà e democrazia, millantati in questi giorni, sono sconosciuti .
Chiediamo quindi a tutte le associazioni e gruppi universitari di schierarsi apertamente contro questo clima di violenza e contro la mancanza di legalità all’interno dell’ateneo, visto che ormai la situazione è diventata insostenibile, cercando di trovare una posizione comune che condanni tutti gli episodi d’intolleranza, senza strumentalizzazioni e giochi di parte, a tale proposito invitiamo le predette associazioni a sottoscrivere una lettera aperta al ministro Gelmini affinché predisponga delle ispezioni presso La Sapienza per verificare le situazioni di illegalità diffuse”.

venerdì 6 giugno 2008

Solidarietà ad Augusta

ECCO chi sono i collettivi universitari....come a Roma anche a Torino dimostrano la loro intolleranza e la loro violenza.

"Fascista, non puoi fare l'esame"

Uova e insulti degli autonomi: una studentessa di destra cacciata dall'università

Alla fine ha rinunciato. Niente esame di procedura penale, il terz’ultimo prima della laurea. Augusta Montaruli, 24 anni, studentessa di legge a Torino e dirigente di An-Azione Giovani, ieri mattina è stata affrontata da un gruppetto di autonomi, decisi a impedire le prove d’appello per ricordare gli incidenti alla Sapienza. Lei gira da quattro anni sotto scorta. Tre amici che la proteggono da insulti e anche aggressioni fisiche. «Sono abituata a questo clima, ma oggi era proprio impossibile. Ho ceduto per difendere gli studenti nella mia situazione. Assurdo».
«Fascistella, te ne devi andare. Qui non puoi entrare», le urlano. C’è anche uno slogan dedicato e lei: «Le donne di destra non sono liberate, sono solo serve e non emancipate». Le più accanite sono le ragazze. Neanche fosse una questione personale. Augusta è anche protagonista di un fumetto, pubblicato su un sito anarchico. Con una conclusione agghiacciante: «Premi con forza la faccia dell’Augusta per capire che pensa». L’Augusta ha 24 anni, di cognome fa Montaruli. Autonomi e sinistra radicale avevano organizzato il presidio. Immediata la contro-manifestazione dei ragazzi di destra. Lei è un tipo gracile, indossa un trench bianco e resta immobile per ore davanti all’ingresso, circondata dai militanti di An. Di fronte, una ventina di autonomi del collettivo universitario. Nasce così un’interminabile, bizzarra mattinata. Da una parte, verso l’uscita, il gruppetto di antagonisti. In mezzo un robusto cordone di poliziotti, diretti dal capo della Digos di Torino in persona, il vice-questore Giuseppe Petronzi. Ricapitolando: quelli del presidio di An, secondo gli antagonisti (striscione: «Via i nazi-fascisti dall’Università») non dovevano assolutamente uscire dall’ingresso principale, semmai da quello posteriore, tanto da rimarcare una fuga ingloriosa. Gli avversari non hanno ceduto di un millimetro, sino a quando gli appelli non sono finiti. La pazienza dei poliziotti è stata messa a dura a prova. Quando il leader, il dottorando Davide Grasso, ha tentato di aggirare gli agenti del reparto mobile, ed è stato allontanato senza se e senza ma, e quando, al 90’, la polizia è avanzata con decisione, sino a sospingere fuori dai cancelli gli autonomi, fradici di pioggia.
Cortine di fumogeni, lanci di uova e slogan funerei: «Camerata basco nero il tuo posto è al cimitero». Poi richiami nostalgici alle fucilazioni di massa delle «camicie nere». Scene di una guerra virtuale, come non accadeva da tempo, e seguite con estrema nonchalance dalla grandissima maggioranza dagli altri studenti. Acqua a dirotto; sotto le tende del chiosco-bar «Il rettore», gelati e coca-cola per ingannare il tempo, in attesa che lo spettacolo finisse. Chissà, magari con uno scontro vero, e non solo a parole. Risate e battute.
Ezio Pelizzetti, il rettore, non ride affatto. «Non credo assolutamente che sia giustificato questo clima di intolleranza. Tutti hanno il diritto a manifestare le proprie idee. L’università è un luogo di confronto, di scambi di idee e di pensiero. Devo dire che gli studenti torinesi sono 75 mila e solo una piccolissima percentuale ha scelto la strada della violenza. Spiace che le forze dell’ordine siano costrette a intervenire per garantire un clima libero. Noi, d’altra parte, che possiamo fare? Spiace per la studentessa, che ha rinunciato a sostenere l’esame».

giovedì 5 giugno 2008

Orlandina Basket - Una stagione di emozioni...



Un'altra pagina di storia è stata scritta... un altro sogno si è realizzato... un'altro anno pieno di gioie e sacrifici,
in giro per l'Italia per difendere e incitare due colori,
una fede, un ideale, una città.. per dire a tutti che.....

....NOI SIAMO CAPO D'ORLANDO!!!!!

ONORE A NOI
SEMPRE PRESENTI E FIERI
DEI NOSTRI IDEALI

martedì 3 giugno 2008

Anomalia Sapienza

*per leggere clicca sul volantino e ingradisci l'immagine ecco il volantino che Azione Universitaria Roma distribuirà all'università per far capire agli studenti chi sono i collettivi-mistificatori della Sapienza, parlano di aggressioni e violenze, ma sono i primi artefici di un clima di intolleranza che ormai da molti anni caratterizza il primo ateneo romano.

Intervista al Siculo sui fatti della Sapienza e confronto tra
Azione Universiataria e U.d.U.

domenica 1 giugno 2008

Dedicato a TE.....

  • che mi rendi felice,
  • che mi regali ogni giorno un emozione nuova
  • che mi fai vivere momenti magici e dolci ,
  • che mi riempi il cuore di gioia e amore....
GRAZIE MILLE



...da emozionarmi come quando siamo noi, nient'altro che noi.

mercoledì 28 maggio 2008

Scontri e violenza alla Sapienza di Roma

La rissa soppiata ieri alla Sapienza tra militanti di Forza Nuova e studenti del collettivo di sinistra, in via De Lollis è l'ennesimo episodio di violenza perpetrato all'interno del primo ateneo romano. Da molto tempo ormai La Sapienza è sempre più schiava di alcuni "gruppuscoli" di studenti che si arrogano il diritto di decidire, cosa si possa o non possa fare, all'interno dell'università, il tutto condito con ripetuti atti di violenza verso coloro che vengono reputati nemici e indesiderati. Quello che è successo ieri nei pressi della Sapienza è intollerabile, da sempre i "veri studenti" si sono posti contro ogni forma di integralismo e intolleranza, auspicando anche che i responsabili di aggressioni vengano perseguiti. Resta comunque grave il problema, è assurdo che, in un Università libera e centro intellettuale esistano delle vere e proprie zone franche dove la democrazia e la libertà di pensiero sono ormai un utopia e dove non viene più garantita, a tutti, la possibilità di manifestazione e organizzare iniziative culturali . E’ triste infatti dover constatare come l'ateneo romano sia schiavo dell'azione intimidatoria dei collettivi e tutto ciò è tutt’altro che episodico e anche se conquista le prime pagine della grande stampa solo nelle occasioni importanti, come per la mancata visita del Papa o per scontri particolarmente violenti, c'è da dire che questo è un problema giornaliero, vissuto da molti studenti che voglio fare politica all'interno della Sapienza, intimidazioni e atti d'intolleranza si verificano ogni qual volta qulcuno cerca di esperimere un concetto diverso da quelli dei collettivi.
Ma la cosa ancor più grave è che tutto ciò viene fatto senza che le istituzioni universitarie intervengano, il Rettore o chi per lui, per l'ennesima volta ha dimostrato la sua totale ineguatezza a gestire determinate situazioni, non riesce a garantire, all'interno dell'ateneo più grande d'Europa, la libertà d'espressione e l'incolumità degli studenti. Molte volte è stato richiesto un suo intervento per avere un minimo di legalità, ma non sono mai arrivate risposte serie e precise, i collettivi continuano a fare il bello e il cattivo tempo, con aule occupate e utilizzate per fini tutt'altro che didattici, con studenti aggrediti e minacciati giorno per giorno.Tutti naturamente, ci auspichiamo che l'università non ritorni un luogo di scontro e violenza come lo era molti anni fa, ma c'è da constatare che il clima è molto caldo e qualcuno si è messo in testa di alzare la tensione, questo è molto pericoloso perchè fa tornare alla mente episodi passati che mai avremmo voluto ricordare, bisogna rifiutare la logica degli opposti estremismi e cercare di far tornare l'università un luogo di confronto culturale, dove tutti possano esperimere la propria opinione. Sappiamo bene che l'impresa è difficile e che molti remano in direzione totalmente opposta, cercando di imporsi con il plauso di professori e baroni, la sfida quindi è ardua e difficile, ma sicuramente non verrà lasciato terreno fertile a coloro che con il mito dell'antifascismo militante, hanno trasformato l'università in terreno di battaglia, del resto chi non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla.