L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto. (Goethe)

giovedì 31 gennaio 2008

Case degli studenti “La Sapienza”: le verità “nascoste”

AZIONE UNIVERSITARIA E UDU DENUNCIANO
ATTIVITA' ILLEGALI
E CHIEDONO L'INTERVENTO DELL'ASSESSORE COSTA


da: www.lavoceditutti.it

Sembrano non finire mai i problemi che ruotano attorno all’Università degli studi “La Sapienza” di Roma. Da anni si discute sul tema spinoso e controverso che riguarda le norme di assegnazione delle borse di studio, degli alloggi universitari, della distribuzione e dell’utilizzo più o meno leciti di questi benefici.
Nel complesso l’azienda territoriale regionale Lazio Adisu mette a disposizione degli studenti iscritti all’università, poco più di mille posti letto, distribuiti tra stanze singole, doppie e triple, nelle sedi di via Cesare De Lollis, via del Macao, via del Mandrione, via De Dominicis e viale Ministero affari esteri. Durante l’anno accademico 2007/08 sono stati assegnati circa 280 posti letto, il 70% dei quali a universitari residenti in Italia, il restante 30% a studenti provenienti dall’estero.


Una miseria se si considera che la più grande Università d’Europa conta circa 150.000 iscritti. Pochissimi alloggi rispetto al bacino d’utenza. In compagnia di Cristian Alicata, dirigente provinciale di Azione universitaria e di Simone Casadei Pastorino, portavoce dell’esecutivo romano Udu, abbiamo affrontato vecchie problematiche pur sempre attuali. Purtroppo coloro che avrebbero dovuto contrastare e tentare di risolvere la delicata situazione relativa alle case degli studenti, hanno fatto poco o niente. Dietro tutto ciò si paventa lo spettro dell’illegalità. Dichiarazione di redditi familiari pari a zero o quasi, occupazioni abusive, subaffitti, droga, prostituzione. Sono questi gli argomenti trattati durante l’intervista. Destra e sinistra universitaria si sono confrontati su un tema che li accomuna e che spesso li ha uniti nella lotta al diritto allo studio.
Entrambi gli schieramenti hanno rimarcato all’unisono il bisogno di effettuare maggiori controlli per constatare la veridicità dei redditi presentati dagli studenti.



Peccato che a volte siano ragazzi benestanti ad usufruire dei benefici, a scapito dei meno abbienti. Poi ci sarebbero il problema dell’abusivismo e del subaffitto, che pare siano all’ordine del giorno. Non meno gravi e alquanto allarmanti , quelli dello spaccio di stupefacenti e di presunte infiltrazioni esterne che spingerebbero le studentesse a prostituirsi in cambio della permanenza nelle residenze universitarie.
Cristian e Simone non hanno peli sulla lingua e raccontano le battaglie dei propri collettivi, le denunce e le segnalazioni fatte in passato agli organi di informazione, quali Libero e il Tg1, alla regione Lazio e al Rettorato. Una lotta che talvolta li ha visti vittime di spiacevoli situazioni, minacce e intimidazioni. Eppure entrambi gli schieramenti non hanno intenzione di fermarsi, preannunciano vertenze ed emendamenti e puntano il dito contro l’Adisu e la regione Lazio, colpevoli per entrambi di aver portato a regnare l’illegalità nel panorama studentesco universitario. Si rivolgono anche agli studenti coinvolti, invitandoli a parlare e a far cadere il muro dell’omertà, non senza aver garantito prima la sicurezza personale.

Maggiori controlli, nessun illecito, giustizia sociale, aumento dei finanziamenti e una nuova legge per il diritto allo studio. Sono queste le richieste che Cristian e Simone fanno all’assessore regionale Silvia Costa. Azione universitaria e Udu chiedono pertanto che si faccia chiarezza sulle presunte anomalie che rischiano di ledere i diritti degli studenti. Molte le supposizioni, parecchi i nodi da sciogliere, tante le verità “nascoste”.

sabato 26 gennaio 2008

E anche Cuffaro va a casa....

CUFFARO SI E' DIMESSO

AUGURI ZU' TOTO'

Questa ormai è la settimana degli addii dopo Prodi anche il beneamato Totò Cuffaro va a casa dimettendosi da governatore della Sicilia, dopo la condanna a 5 anni era un atto dovuto, tutti i cittadini liberi lo chiedevano e lui ci ha accontentato (dopo la vergognosa fiducia ottenuta all'ARS) che dire è proprio un uomo d'onore

"La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità."
Paolo Borsellino

mercoledì 23 gennaio 2008

L'agonia del governo Prodi....è quasi finita

ADESSO BASTA!!!!!!!
Finalmente ci siamo, con il voto di fiducia, oggi alla camera e domani al senato, il "famigerato" governo prodi è arrivato al capolinea, Da due anni siamo spettatori di questa agonia e di innumerevoli nefadezze e disastri e assistiamo a questo disdicevole spettacolino di false intese e programmi comuni, con ministri imcompetenti legati solo alla poltrona.
Gli esempi del disastro sono innumerevoli, dal punto di vista politico, economico e culturale, questa sinistra che dava lezioni morali e politiche al centro destra ha dimostrato la sua vera essenza.
Il salvatore della patria, incarnificato in Romano Prodi, ha dimostrato la sua ineguatezza e ha reso evidente a tutto il mondo come l'unico collante di questa maggioranza fosse l'anti-berlusconismo, non resterà nessun segno di questo governo, al massimo ci ricorderemo le liberalizzazioni, ma per il resto è tabula rasa. Negli ultimi mesi il fallimento di Prodi viene mascherato dalla nascita del PD, che pone però già molti punti interrogativi, il suo leader infatti, il "buon Walter", viene presentato come la faccia nuova della politica e come l'unica soluzione al governo della nazione, peccato che molti dimenticano che il signor W è attivo sulla scena politica da ben 30 anni e che di nuovo non ha un bel niente, anzi, il suo stucchevole buonismo verso tutti e tutto, è alquanto fastidioso. Il suo "modello Roma" ha fallito, l'apparenza inganna e la capitale è il simbolo di una politica fatta solo e esclusivamente di apparenza, quindi cari politologi e intellettuali sinistrorsi, smettetela di prenderci in giro, alle belle favole non crediamo più.
Attendiamo quindi con trepidazione l'evolversi della situzione (anche se ormai Prodi dovrebbe avere il buon senso di dimettersi) sulla fiducia e speriamo di non dover più pronunciare la parola, "governo Prodi", comunque vada una cosa è chiara, la sinistra al governo ha FALLITO, non solo al livello politico ma soprattutto a livello culturale, la loro millantata egemonia del pensiero è definitivamente naufragata.

domenica 20 gennaio 2008

La Cina e l’uso militare dello spazio

2 puntata : La Cina
La Cina è diventata una potenza militare nello spazio l’11 gennaio 2007, quando Pechino ha effettuato con successo un test che prevedeva la distruzione di un proprio satellite in disuso nello spazio. Pechino non aveva annunciato il test e anzi ha confermato la notizia solo il 23 gennaio successivo. Un missile balistico cinese lanciato dalla base di Xichang nella Cina sudorientale ha portato nello spazio un proiettile che ha colpito e distrutto un vecchio satellite metereologico cinese.
Fin dalla guerra fredda Stati Uniti e Unione Sovietica/Russia hanno portato avanti programmi di sviluppo di armi antisatellite, ma finora l’unico test portato a termine con successo – di cui si ha notizia certa – è stato quello compiuto dagli Usa nel 1985, quando un missile lanciato da un cacciabombardiere F-15 portò in orbita un veicolo che colpì e distrusse il satellite americano Solwind. Le armi antisatellite sono un elemento chiave nella competizione militare spaziale, l'ultima frontiera dei conflitti di potenza tra Stati. I paesi più avanzati sono sempre più dipendenti dai satelliti, strumenti insostituibili nel campo della comunicazione, della navigazione e dell’osservazione e ormai fondamentali in campo politico, militare ed economico.
La Cina è una potenza dello spazio dal 2003 quando è riuscita a portare con mezzi propri il primo cinese nello spazio con la missione Shenzou 5 e ha annunciato di voler inviare prima una sonda e poi un veicolo robotizzato sulla Luna nei prossimi anni. Pechino hanno sempre dichiarato di voler perseguire scopi pacifici nella propria corsa allo spazio. Ma fino agli anni Novanta il programma spaziale cinese era gestito dalle forze armate e anche successivamente è stato gestito da organizzazioni statali collegate al complesso industriale militare.
In realtà è sempre molto difficile distinguere tra attività spaziali a scopo pacifico o militare. Fin dal lancio dello Sputnik nel 1957 la corsa alla spazio ha avuto due facce, quella dell'esplorazione e della ricerca scientifica e quella militare. Oggi questa caratteristica è sintetizzata dal concetto del Dual Use, che caratterizza oggi buona parte delle attività spaziali, e cioè la possibilità di utilizzare la stessa tecnologia, lo stesso mezzo spaziale sia per scopi militari che di ricerca o commerciali.
Questo fenomeno è ancora più amplificato oggi con le trasformazioni militari legate all’information warfare e con l'evoluzione del concetto stesso di sicurezza.
Aldilà dei più tradizionali utilizzi come missili, armi collocate nello spazio sia contro altri mezzi spaziali (satelliti) o obiettivi terrestri, anche tutte le informazioni ottenibili attraverso lo spazio diventano elementi di rilevanza militare. La stessa osservazione della terra può essere utilizzata a scopo scientifico: per la gestione del traffico delle città, per il controllo di rotte e di traffici di vari mezzi, navali in primo luogo, per l’identificazione e la gestione di crisi ambientali; ma anche per la gestione di operazioni militari, fino al coordinamento dei singoli mezzi militari sul campo come prospettato dalle innovazioni americane nel settore. Per non parlare poi delle enormi possibilità di applicazioni nel campo dell'intelligence.
Anche le organizzazioni comuni europee - l'Agenzia Spaziale Europea e l'Unione Europea - che sono state quelle che hanno maggiormente perseguito obiettivi esclusivamente pacifici nelle attività spaziali, stanno cambiando attitudini e obiettivi, caratterizzando i loro progetti in maniera più strategica pur rimanendo nell'ambiguità del Dual Use. Negli Stati Uniti (e in Urss/Russia) l'obiettivo principale è sempre stato quello strategico-militare. Negli Usa è più facile distinguere il tipo di attività a seconda dell'ente responsabile, la Nasa o il Pentagono. Quest'ultimo però sta diventando sempre più il soggetto principale dei programmi spaziali americani.
Tra gli investimenti statunitensi e quelli cinesi c'è un abisso. La proporzione è tra quattro e otto volte a vantaggio di Washington. Non c'è un dato chiaro perché è difficile quantificare gli investimenti di Pechino. In campo spaziale però la ricchezza non è tutto. Nonostante i grandi successi ottenuti la tecnologia spaziale è ancora in una fase pioneristica. Basta una mossa azzeccata e un programma di successo per modificare gli equilibri indipendentemente dai soldi investiti. La Cina ha il vantaggio di essere arrivata dopo e di poter concentrare gli sforzi in settori chiave.
In particolare in campo militare già ragiona in termini molto avanzati secondo una visione innovativa della guerra moderna non legata agli schemi della guerra fredda o della guerra tradizionale di tipo industriale.
Ad esempio Pechino ha un importante e avanzato programma di costruzione e lancio di nano satelliti, sotto i cento chilogrammi di peso. Le organizzazioni e le aziende occidentali hanno investito anni e miliardi nella realizzazione di satelliti sempre più grandi e pesanti e conseguentemente su vettori sempre più grandi e potenti (e costosi) per poterli lanciare nello spazio, quando poi si è scoperto che la nuova tendenza era quella di realizzare satelliti sempre più piccoli da lanciare con vettori meno potenti e costosi.
Il 18 aprile 2004 la Cina ha lanciato nello spazio il suo primo nano-satellite, il Naxing 1, che non è solo un successo importante dal punto di vista tecnologico e industriale. I nano satelliti hanno il vantaggio di essere più difficilmente individuabili e quindi possono essere colpiti meno facilmente dalle nuove armi antisatellite. Sono quindi molto importanti da un punto di vista militare.
Ormai è partita una nuova corsa allo spazio, come nella guerra fredda. Dopo l'ingresso di Pechino nel club delle potenze in grado di inviare uomini nello spazio con mezzi propri (accanto a Usa e Russia), gli Stati Uniti hanno risposto il 14 gennaio 2004 con l'annuncio da parte del presidente Bush di un nuovo ambizioso programma spaziale -dopo la crisi del programma Shuttle - e che prevede il ritorno sulla Luna e la preparazione di una missione umana verso Marte. Nel 2006 la nuova National Space Policy americana ha posto l’obiettivo di rafforzare la leadership della nazione nello spazio, di disporre dei mezzi per raggiungere gli obiettivi di sicurezza nazionale e di politica estera e di difendere gli interessi americani. L’amministrazione statunitense si è riservata la più ampia libertà di azione in questo campo, rifiutando accordi che possano limitare la flessibilità dell’azione americana e affermando il diritto a negare l’accesso allo spazio a eventuali soggetti ostili agli interessi americani.
Il paradosso è che la Cina deve molto a Washington in campo spaziale. Lo scienziato Tsien Hsue-shen, il padre del programma spaziale cinese, viveva e lavorava negli Stati Uniti dove si era trasferito negli anni Trenta e dove aveva collaborato ai grandi progressi americani in campo missilistico a partire dalla seconda guerra mondiale. Accusato di essere comunista negli anni Cinquanta e in pratica cacciato dagli Usa, tornò in Cina nel 1955 dove diventò il capo del programma missilistico cinese e il mentore di una intera generazione di scienziati cinesi..

Da
Limes (Rivista italiana di Geopolitica)

Evoluzionismo, creazionismo... e comunismo

dal blog dell'Anarca



La foto sopra ritrae uno dei giovani leader dei Collettivi universitari che, con il suo corpo e con la sua intelligenza, ha impedito al Papa di parlare all’Università di Roma. Intervistato da La7 il disobbediente ha detto testuale: "Contestiamo la figura di Ratzinger perché costituisce il pensiero forte di un attacco complessivo ai diritti delle conquiste delle donne e degli uomini". Riportiamo le sue parole per diritto di cronaca non per altro e perché il riconoscimento di un "pensiero forte" da parte di chi è senza pensiero ci fa pensare che forse non tutto è perduto. Ma scemenze dette a parte (che sono nulla rispetto a quelle scritte dai professori di Fisica), questa foto ci interessa per il suo aspetto antropologico. Visto che siamo tutti materialisti, che il Creatore ci fa un baffo e Ratzinger pure, che l'oscurantismo clericale l'abbiamo schiarito con la nostra cagnara, che ora l'Università è libera, il nostro cervello anche (…e forse anche un po' più vuoto) e la scienza è salva, noi rispolveriamo Lombroso ed il suo darwinismo e osserviamo con occhio scientifico, laico e razionale la foto in questione. Memorizzata? Bene. Ora guardate quest’altra foto...
Cosa vedete? La stessa persona 30 anni fa. Come è possibile? Impressionante vero? Un buco nero nello scorrere del tempo, una curvatura spazio temporale che ha inglobato la sinistra italiana. Gurdatela meglio:
Insomma sono uguali! Identici come due gocce d'acqua. Se dovessimo fare una "esegesi fotografica" cosa vedremmo? Indizi simili di una medesima stortura. Probabilmente se sentissimo parlare il giovane della foto in bianco e nero (che per chi non l'avesse riconosciuto è l'attuale leader del Pd quando era un “maistatocomunista”) gli sentiremmo dire le stesse cazzate. Il giovane dirigente comunista di ieri ha la stessa faccia del giovane leader comunista di oggi.

"Tutto va, tutto torna indietro" dissero l’aquila e il serpente a Zarathustra. Dio mio. Questa è la prova fotografica che Nietzsche aveva ragione e l'eterno ritorno è realtà. Ma ancora di più è la prova che la teoria evoluzionista è una grande minchiata. Forse funziona per le scimmie ma non per i comunisti. Al contrario il principio creazionista, tanto caro a Ratzinger, ha un fondamento di verità: i comunisti sono creati a immagine e somiglianza di se stessi e così rimangono in secula seculorum.
Il rischio è che il giovane Veltroni del secolo XX ed il suo giovane clone del secolo XXI, siano accomunati anche dal medesimo destino.
E’ un rischio che non possiamo permetterci di correre. L’Anarca può sopportare che uno che per 20 anni è stato un dirigente del PCI, oggi dica di non essere mai stato comunista; ma come la mettiamo se il giovane disobbediente che oggi non ha fatto parlare il Papa all’università, fra 20 anni mi viene a dire che lui non è mai stato anti-clericale? A tutto c'è un limite…

venerdì 18 gennaio 2008

Azione Universitaria fa blitz a La Sapienza durante l'inaugurazione anno accademico

E’ una contestazione robusta e determinata nei toni ma serena e responsabile nelle modalità quella che i ragazzi di Azione Universitaria Roma hanno effettuato la mattina del 17/01/2007 per protestare contro l'inaugurazione dell' anno accademico sotto al Rettorato de La Sapienza. Invocando a gran voce le dimissioni del Rettore Guarini e del Ministro Mussi, i ragazzi del movimento studentesco legato ad Azione Giovani hanno esposto striscioni di protesta, come: “Il Papa se ne va i Baroni restano”, “Censura e teppismo questa è la laicità”. “Abbiamo chiesto al Rettore Guarini, dal quale pretendiamo delle immediate dimissioni, di ricevere una delegazione dei manifestanti che questa mattina, spontaneamente, si sono ritrovati sotto al Rettorato. Siamo stanchi dell’atteggiamento passivo che le istituzioni universitarie dimostrano ogni qual volta gruppi di facinorosi imbecilli, che qui rappresentano una sparuta minoranza insieme ai cattivi maestri che li fomentano con deliranti appelli, decidono di trasformare l’ateneo in una discarica ideologica. Crediamo che il silenzio e la mancata presa di posizione del Rettore abbiano avuto un’importanza determinante rispetto alla figuraccia che la Sapienza ha fatto di fronte a tutto il mondo. Aspettiamo ora di capire se intenderà darci una risposta o se come al solito si sottrarrà alle responsabilità che il ruolo di garante della pluralità e democrazia all’interno dell’ateneo comportano”, dichiarano Matteo Petrella e Cristian Alicata, rispettivamente dirigente nazionale e provinciale di Azione Universitaria.

Intervista 1

Intervista 2

giovedì 17 gennaio 2008

Università La Sapienza vietata al Papa

Per commentare il mio dissenso a quanto sta accadendo alla Sapienza, dove non esiste la libertà di pensiero , mi affido all'intervista a mons. Fisichella

Il vescovo ausiliare di Roma: è stato un oltraggio e un atto di intolleranza che non sembrava possibile

Fisichella: l'Università è diventata un centro sociale

ROMA — «È un oltraggio al Papa, un atto di intolleranza che non si immaginava possibile nella Roma di oggi. Ma è anche un'umiliazione per l'Università la Sapienza che patisce un danno di immagine di fronte al mondo, risultando ostaggio di una piccola frangia di studenti e docenti che si ispirano a un'idea settaria di laicità »: è il commento del vescovo ausiliare di Roma e rettore dell'Università lateranense Rino Fisichella.

Lei è uomo di università: come prende questa notizia?

«Il primo sentimento è di tristezza al vedere come una grande università, la più grande d'Europa, viva in un regime di intolleranza di fatto, che la mette in contraddizione con se stessa, cioè con quello che dovrebbe essere un'università: un luogo del confronto più aperto tra le diverse posizioni culturali. Sessanta professori ne condizionano quattromila e un gruppo di studenti emargina un'intera popolazione studentesca».

In questa vicenda «triste» trova qualche insegnamento?

«Sì, che ormai viviamo sotto il fattore "i"...».

«I» come informazione, suppongo. Eccellenza se la prende con i media?

«No, "i" come ignoranza, come intolleranza e come intransigenza laicista. Intolleranza di un ambiente accademico nei confronti di una persona che fu docente universitario e che è uno dei più grandi teologi del XX secolo. Intransigenza laicista che corre il rischio di sfociare in un fondamentalismo scientista di cui non si sentiva proprio il bisogno. I cultori di questa posizione non vogliono neanche ascoltare chi la pensa in altro modo».

Diceva anche «ignoranza»...

«È ignoranza rivendicare la qualifica di "scienza" alle sole materie matematiche e fisiche, come è stato fatto in questa occasione quasi non esistessero le scienze umanistiche ed è ignoranza estrapolare una frase da un testo del cardinale Ratzinger per attribuirgli un atteggiamento di denigrazione di Galileo che mai egli ha avuto ».

Non sarà che semplicemente ha vinto una posizione coerentemente laica?

«No! Abbiamo assistito a un sopruso di una minoranza facinorosa. Che è poi una vittoria di Pirro, perché il Papa subisce l'umiliazione di non poter andare all'Università ma quella minoranza ha infangato la Sapienza, dandone un'immagine da Centro sociale o da Circolo culturale dei no-global. Io mi auguro che questo triste episodio dia luogo a uno scatto di responsabilità che aiuti al recupero della dignità che spetta a quell'istituzione ».

E se di mezzo ci fosse anche un di più di rigore nella predicazione del Papa, che gli attira l'avversione laicista?

«Per la predicazione del Papa si può parlare di chiarezza e non di "rigore", a meno che non si intenda il rigore scientifico».

Se la Chiesa si profila sulla scena pubblica non dovrà attendersi di andare incontro a reazioni critiche?

«È certo che le dovrà attendere ed è giusto che tali reazioni si facciano sentire, ma questa non è critica: questo è impedimento a parlare».

Quale sarà stata la ragione ultima della decisione del Papa?

«Egli è uomo di pensiero e la figura papale è segno di unità. Vedendo che non c'erano le condizioni per ragionare e che la sua presenza diveniva pretesto per violenze, ha scelto di togliere il pretesto».

lunedì 14 gennaio 2008

Il sogno ormai è realtà !!! Orlandina terza...

PIERREL CAPO D'ORLANDO-ELDO NAPOLI-110-107 (dopo 1 t.s.)

La Pierrel vince al supplementare e lo fa grazie ad un immenso Pozzecco e a una squadra che ha saputo soffrire e tenere la grande forza di Thomas e di una Eldo che è stata una delle migliori squadre viste al "Pala Fantozzi". Dopo una buona partenza dei locali (10-6 dopo 3'), l'incontro passa in mano agli ospiti. Thomas in chiusura di parziale è già in doppia cifra (11 punti, 5/5 da due) e Napoli raggiunge il + 6 proprio al 10'. Vantaggio che cresce e dopo i primi due minuti raggiunge il +14 (canestro di Flamini). Thomas è immarcabile e comincia a fare male anche dalla distanza (3/4 al riposo con 20 punti). La Pierrel cerca di reagire e grazie a un ispirato Pozzecco che trova in Wallace (senza lavoro settimanale perché infortunato) e Howell (14, 10 e 12 punti per i tre), recupera e chiude sotto la doppia cifra (46-55). Pierrel che completa la rimonta nel terzo parziale, riuscendo prima a raggiungere e poi a superare Napoli grazie a un parziale di 12-4 in meno di 3' (Wallace e Howell in evidenza). Coach Bucchi cambia difesa, passa a zona e Napoli riesce a contenere la grande dinamicità di Capo d'Orlando. Thomas però riprende a bruciare la retina e Napoli chiude nuovamente avanti. Il testa a testa continua fino alla sirena con Wallace da una parte e Thomas dall'altra che non smette di centrare il canestro. A 58'' dalla fine il "Poz" riporta a -1 la Pierrel, poi una serie incredibile di rimbalzi in attacco di Napoli e alla fine Malaventura porta i suoi al + 3 (-11'', 89-92) con palla per i locali. Nella serie dei liberi Pozzecco e Wallace sono di ghiaccio, Malaventura sbaglia uno dei due tiri e così la Pierrel pareggia per il supplementare. Altri 5' di sofferenza e di grande agonismo in campo con Napoli che non ci sta a perdere e recupera il -7 (102-95), poi nell'incandescente finale Pozzecco è bravissimo a gestire palloni e mettere i liberi che danno la soffertissima vittoria.

Il Tabellino:

PIERREL CAPO D’ORLANDO: Pozzecco 32 (8/11, 2/5, 3r), Diener 12 (3/8, 0/5, 2r), Bruttini (0/1 da tre), Slay 12 (5/6, 0/4, 4r) Howell 22 (10/10, 12r), Wojcik 2 (1/1, 0/1, 2r), Wallace 26 (3/5, 5/7, 13r), Fabi 2(0/2, 0/1, 2r), Gugliotta 2 (1/2,1r), Ndoja (0/1 da tre, 2 r) Fazio e Orsini ne. All: Sacchetti.

ELDO NAPOLI: Monroe 16 (4/9, 1/4, 2r), Thomas 33 (7/11, 5/6, 12r), Rocca 7 (3/5, 1r), Jones 20 (7/11, 1/3, 8r), Blums 2 (1/1, 1/3, 2r), Malaventura 19 (2/3, 4/9, 2r), Flamini 6 (3/5, 0/1, 1r), Bernard 4 (2/3, 1r), Aprea, Cacciola e Fevola ne. All. Bucchi


martedì 8 gennaio 2008

Parentopoli alla Sapienza di Roma

Avvisi di garanzia al Rettore Guarini e al professor Di Paola Indagati per “parentopoli” e appalti alla Sapienza Azione Universitaria: “ da anni denunciamo questi casi”

Roma, 7 Gennaio 2007

Il Rettore della Sapienza Renato Guarini ha ricevuto dalla procura di Roma un avviso di garanzia, relativo alle indagini su “parentopoli” e sull’appalto del parcheggio sotterraneo dell’ateneo, concesso al professore di estimo Leonardo Di Paola, anch’esso indagato. “Sono anni che denunciamo i casi di corruzione, di concorsi truccati alla sapienza, siamo soddisfatti che la magistratura sia intervenuta”, dichiara Matteo Petrella, dirigente nazionale di Azione Universitaria e aggiunge: “ci auguriamo che questo sia solo l’inizio, che le indagini facciano piena luce su questi e altri numerosi casi simili, con la speranza che tutto non venga insabbiato e non vi sia nessuno intervento di politici “amici” dei baroni”. Cristian Alicata, dirigente provinciale di AU aggiunge : “ con la scusa dell’autonomia i rettori gestiscono le università pubbliche come se fossero loro regni. Il Rettore Guarini e il professore Di Paola si sono scambiati dei ricchi “regali”, infatti la figlia del Rettore viene promossa ricercatrice da una commissione presieduta proprio da Di Paola, il quale ottiene successivamente l’appalto per la costruzione del parcheggio sotterraneo, un affare da 8,8 milioni di euro. Il minimo che potrebbe fare Guarini è dimettersi subito, presentandosi alla cerimonia dell’anno accademico prevista per il 17 gennaio confermerebbe il suo scarso senso di responsabilità e della legalità. Nei prossimi giorni presenteremo un’interrogazione parlamentare per chiedere che l’università La Sapienza venga commissariata visto quello che sta succedendo. Nelle settimane che verranno saremo all’interno dell’ateneo per far sapere a tutti gli studenti che il Rettore gioca a monopoli con i soldi delle nostre tasse solo per i suoi interessi”.

lunedì 7 gennaio 2008

30 anni .... e siamo ancora qui.....per ricordare

ONORE AI CADUTI DI ACCA LARENTIA

7 Gennaio 1978 - Come spesso accadeva in quegli anni, la giornata stava trascorrendo in un clima abbastanza teso. Alle 18.20 circa, un gruppo di militanti del Fronte della Gioventù esce dalla sezione di Acca Larenzia per andare a fare un volantinaggio. Immediatamente un commando di 5 o 6 persone (in seguito l'attentato sarà rivendicato dal Nucleo armato per il contropotere territoriale) apre il fuoco contro i ragazzi del Fronte.
Franco Bigonzetti è il primo ad essere colpito. Un altro ragazzo, ferito ad un braccio, riesce a rientrare in sezione e si chiude dentro. Gli altri si gettano a terra, ma il commando spara di nuovo e colpisce Francesco Ciavatta, che stava tentando di salire sulle scalinate a fianco del portone della sezione. Cade a terra. Morirà poco dopo in ambulanza. Alla notizia dell'agguato, costato la vita a due ragazzi, due militanti poco più che ventenni, davanti alla sezione di Acca Larenzia si raduna una gran folla: forze dell'ordine, membri del partito, giornalisti, ma soprattutto giovani, i camerati dei ragazzi uccisi, forse quelli colpiti più da vicino da quel gesto folle.
La foto sotto riportata ci documenta proprio questi momenti.
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Quello che di preciso successe dopo, ancora non si riesce a capire con sicurezza. C'è chi parla di un presunto provocatore con un impermeabile bianco, che staccatosi dalle fila, lanciò un sasso verso il cordone dei carabinieri, scatenando una esagerata reazione di quest'ultimi; c'è chi dice che i giovani presenti sul luogo inizio a urlare slogan contro carabinieri e celere, provocando la loro eventualmente insensata reazione; c'è chi parla di un giornalista ed un cameramen che, dopo aver percorso le tappe dell'agguato, si fermano davanti ad una macchia di sangue e uno dei due getta - non si sa se per non curanza o per disprezzo - un mozzicone di sigaretta nella pozza di sangue di Ciavatta, facendo insorgere i giovani e facendo scaturire l'intervento comunque esagerato delle forze dell' ordine.
Sta di fatto che il capitano Sivori, impugnata la sua pistola, cerca di sparare nel mucchio dei manifestanti, ma l'arma si inceppa. Si fa dare allora la pistola di un suo sottoposto, si inginocchia e prende bene la mira: questa volta i proiettoli partono, e viene colpito Stefano Recchioni che morirà dopo 48 ore di agonia (9 gennaio).
Di fronte al sacrificio estremo spesso ci si sente estremamente piccoli e inadeguati e qualunque cosa si dica o si faccia sembra sciocca. E’ difficile, ma noi vogliamo provarci lo stesso, seguendo quel filo rosso che ci lega a chi ha percorso prima di noi la strada sulla quale stiamo camminando. Quello che vorrei dire a Franco, Francesco, Stefano, Alberto e a tutti quelli che sono con loro nella verde valle lontana e senza tempo dalla quale ci stanno guardando, è che noi ci siamo. Con tutte le nostre debolezze, con la stanchezza e lo scoraggiamento che a volte si fanno davvero pesanti, con piccoli sacrifici quotidiani, che non sono niente se paragonati al loro. Ci siamo, e continuiamo, nel nostro mondo e nel nostro tempo, a percorrere la strada che prima di noi ha visto i loro passi svelti attraversare la vita, consapevoli del fatto che abbiamo scelto di vivere un ideale che va oltre il tempo e oltre la storia, un ideale che ha vissuto in loro e che ora vive in noi.

CAMERATA FRANCO BIGONZETTI PRESENTE!
CAMERATA FRANCESCO CIAVATTA PRESENTE!
CAMERATA STEFANO RECCHIONI PRESENTE!