L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto. (Goethe)

giovedì 31 gennaio 2008

Case degli studenti “La Sapienza”: le verità “nascoste”

AZIONE UNIVERSITARIA E UDU DENUNCIANO
ATTIVITA' ILLEGALI
E CHIEDONO L'INTERVENTO DELL'ASSESSORE COSTA


da: www.lavoceditutti.it

Sembrano non finire mai i problemi che ruotano attorno all’Università degli studi “La Sapienza” di Roma. Da anni si discute sul tema spinoso e controverso che riguarda le norme di assegnazione delle borse di studio, degli alloggi universitari, della distribuzione e dell’utilizzo più o meno leciti di questi benefici.
Nel complesso l’azienda territoriale regionale Lazio Adisu mette a disposizione degli studenti iscritti all’università, poco più di mille posti letto, distribuiti tra stanze singole, doppie e triple, nelle sedi di via Cesare De Lollis, via del Macao, via del Mandrione, via De Dominicis e viale Ministero affari esteri. Durante l’anno accademico 2007/08 sono stati assegnati circa 280 posti letto, il 70% dei quali a universitari residenti in Italia, il restante 30% a studenti provenienti dall’estero.


Una miseria se si considera che la più grande Università d’Europa conta circa 150.000 iscritti. Pochissimi alloggi rispetto al bacino d’utenza. In compagnia di Cristian Alicata, dirigente provinciale di Azione universitaria e di Simone Casadei Pastorino, portavoce dell’esecutivo romano Udu, abbiamo affrontato vecchie problematiche pur sempre attuali. Purtroppo coloro che avrebbero dovuto contrastare e tentare di risolvere la delicata situazione relativa alle case degli studenti, hanno fatto poco o niente. Dietro tutto ciò si paventa lo spettro dell’illegalità. Dichiarazione di redditi familiari pari a zero o quasi, occupazioni abusive, subaffitti, droga, prostituzione. Sono questi gli argomenti trattati durante l’intervista. Destra e sinistra universitaria si sono confrontati su un tema che li accomuna e che spesso li ha uniti nella lotta al diritto allo studio.
Entrambi gli schieramenti hanno rimarcato all’unisono il bisogno di effettuare maggiori controlli per constatare la veridicità dei redditi presentati dagli studenti.



Peccato che a volte siano ragazzi benestanti ad usufruire dei benefici, a scapito dei meno abbienti. Poi ci sarebbero il problema dell’abusivismo e del subaffitto, che pare siano all’ordine del giorno. Non meno gravi e alquanto allarmanti , quelli dello spaccio di stupefacenti e di presunte infiltrazioni esterne che spingerebbero le studentesse a prostituirsi in cambio della permanenza nelle residenze universitarie.
Cristian e Simone non hanno peli sulla lingua e raccontano le battaglie dei propri collettivi, le denunce e le segnalazioni fatte in passato agli organi di informazione, quali Libero e il Tg1, alla regione Lazio e al Rettorato. Una lotta che talvolta li ha visti vittime di spiacevoli situazioni, minacce e intimidazioni. Eppure entrambi gli schieramenti non hanno intenzione di fermarsi, preannunciano vertenze ed emendamenti e puntano il dito contro l’Adisu e la regione Lazio, colpevoli per entrambi di aver portato a regnare l’illegalità nel panorama studentesco universitario. Si rivolgono anche agli studenti coinvolti, invitandoli a parlare e a far cadere il muro dell’omertà, non senza aver garantito prima la sicurezza personale.

Maggiori controlli, nessun illecito, giustizia sociale, aumento dei finanziamenti e una nuova legge per il diritto allo studio. Sono queste le richieste che Cristian e Simone fanno all’assessore regionale Silvia Costa. Azione universitaria e Udu chiedono pertanto che si faccia chiarezza sulle presunte anomalie che rischiano di ledere i diritti degli studenti. Molte le supposizioni, parecchi i nodi da sciogliere, tante le verità “nascoste”.

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