L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto. (Goethe)

mercoledì 24 febbraio 2010

L'italia del televoto, fenomeno Mauro Marin.

- Ma l’Arcigay s’infuria
con i fan

- Nella casa tutti contro il castellano, l’Italia
lo ama e lo salva

CASTELFRANCO (Treviso) — Delirio. Sul web, i fan di Mauro Marin stanno per infrangere la barriera dei 260 mila iscritti. Nell’osteria «da Profeta », quella di famiglia a Castelfranco Veneto, hanno deciso di staccare il telefono. Troppa gente, troppe telefonate per andare avanti a lavorare. I genitori, ogni tanto si preoccupano. «Lo trattano troppo male dentro quella casa». Ma è definitivamente «Mauro-mania ». Il fratello Giulio si è fatto la sua idea. «Piace perché è naturale». E così, dopo la doppia vittoria di lunedì, si riparte col televoto. L’obiettivo dichiarato è di abbattere Maicol. E c’è pure chi esagera con le offese. Ieri è intervenuta anche l’Arcigay, che ha evidenziato come ci siano dei messaggi omofobici contro il concorrente gay del Grande Fratello 10. Ormai è impossibile avere dubbi. Mauro Marin è un caso mediatico.

E il termometro per misurare la febbre è necessariamente il social network per antonomasia, Facebook. È una rincorsa folle, minuto dopo minuto, a idolatrare il salumiere castellano che partecipa al reality della Finivest. Nelle gesta epiche collettive, si segnalano l’invio di due aerei con striscione sopra la casa (uno dei quali non visto da Mauro, con relative polemiche) e le raccolte di fondi tra t-shirt e oggettistica varia. Obiettivo: investire i soldi in regali e sms a favore dell’idolo. I numeri sono cinici. Ieri a metà pomeriggio nel fan club di Maicol erano iscritti 37.300 persone, contro gli 8.230 di Alberto, i 5.480 di Giorgio e i 660 di Mara. Inezie rispetto alla mareggiata per il castellano. Nel mezzo delle ragazzine che urlano di aver speso 25 euro di ricarica in messaggi al 48422, nel gruppo è nata pure una polemica. In molti si sono spesi in offese verso Maicol, colpevole, oltre di essere rivale di Marin, anche di omosessualità. Tanto che l’amministratore è intervenuto, richiamando all’ordine. L’Arcigay ha colto la palla al balzo per diffondere una nota, ripresa poi da diversi siti web. «Quando ci troveremo di fronte a contenuti violenti nei confronti del mondo dell’omosessualità, chiederemo la chiusura del canale».

Cosa che gli stessi amministratori del gruppo dei fan di Fecebook hanno realizzato nella serata di ieri, bloccando la bacheca dei commenti pubblici. A Castelfranco, lontano mille miglia da tutto questo, ci sono i famigliari di Mauro. La nonna Elsa, ad esempio. «Cossà vegnarà fora da ’sto Mauro?», chiedeva ieri. Ma ci sono anche le mamme dei coetanei, che chiamano quella di Mauro. «Signora, le stiamo vicine. Non si preoccupi, stiamo male anche noi quando offendono suo figlio ». Il papà Danilo, che gli ha mandato un messaggio in trasmissione, dicendosi «orgoglioso». E poi ci sono gli amici, che bevono «ombre» e mangiano panini come una sorta di rito collettivo. Lunedì sera ce n’erano un centinaio da «Profeta»: da Godego ce n’è stato uno che ha portato un asciugamano con il suo faccione stampato. A far sintesi, ecco infine Giulio, il fratello che fatica a portare avanti il lavoro nel ginepraio creatosi. Non lo dice, ma la speranza è che, dopo tutto questo caos, qualcosa si monetizzi. La ricetta per vincere è quella lì, sempre identica. «Mauro non ha mai voluto esser qualcosa di diverso di quello che è», dice. «Non si è mai costruito maschere. È uno di noi, è diretto nelle cose. E per questo piace. E perciò gli altri dentro la casa lo odiano». Semplice, no? Avanti così, dritti. Solo così, attorno, sarà delirio.

fonte: Corriere.it

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