L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto. (Goethe)

giovedì 15 gennaio 2009

VIa D'Amelio, Borsellino, Le trattative tra Stato e mafia

Le dichiarazioni del figlio di Ciancimino chiariscono ancor più quanto il fratello di Borsellino aveva denunciato due anni fa. Tra la mafia e lo Stato c'era stata una trattativa in cui cosa nostra aveva avanzato una serie di proposte e in cambio di queste si sarebbe impegnata a porre fine alla stagione delle stragi. Pochi giorni prima di perdere la vita, Paolo Borsellino venne messo al corrente che in questo PATTO SIGLATO TRA MAFIA E STATO c'era tra i punti, la revisione del maxi processo. Ovviamente Paolo Borsellino non accettò l'infame accordo e uscì dalla sala sconvolto rivelando a chi gli era vicino che il pacco di tritolo per lui era già a Palermo. Il giorno dopo perse la vita. C'è ancora un altro capitolo da denunciare: che fine ha fatto l'agenda rossa su cui il giudice scriveva ogni giorno e su cui aveva certamente scritto anche di quell'incontro segretissimo le indagini sono ancora in corso e da foto e immagini scattate subito dopo la strage si intravede Giovanni Arcangioli, allora capitano dei carabinieri, portare via la Borsa del giudice dov'era contenuta l'agenda... ma la borsa ricompare dopo mezz'ora priva di questa! La moglie di Borsellino non accettò per il marito i funerali di Stato sapendo benissimo il ruolo che lo Stato tenne nei confronti dell'eroe Paolo.

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