23 maggio 1992 - 23 maggio 2008.
Sono passati sedici anni dalla strage di Capaci, da quella terribile esplosione in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio MontinaroSono 16, oggi, gli anni che sono passati dalla morte di Giovanni Falcone, assassinato brutalmente dalla Mafia. Si sono aperte con lo sbarco a Palermo di oltre 1.200 studenti dalla Nave della legalità le celebrazioni in memoria di Giovanni Falcone, il magistrato trucidato dalla mafia nella strage di Capaci del 23 maggio del 1992 insieme alla moglie, Francesca Morvillo, e ai tre uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.
Ad accogliere gli studenti nell’aula bunker del capoluogo siciliano, luogo dove a metà degli anni ’80 fu celebrato il primo maxiprocesso contro la cupola di Cosa nostra istruito proprio da Giovanni Falcone, c’erano la ministra della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, il sindaco della città, Diego Cammarata, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, la sorella del giudice ucciso a Capaci, Maria Falcone.
”Provo sempre una grande emozione nel ritrovarmi qui a ricordare Giovanni – ha detto la sorella del magistrato – Quest’aula rappresenta per tutti noi italiani la caduta del mito dell’invulnerabilità della mafia e dell’impunibilità dei mafiosi”.
Dopo l’intervento di Maria Falcone, ha preso la parola la neo ministra della Pubblica Istruzione Gelmini la quale ha messo in rilievo l’importanza della numerosa presenza degli studenti alla manifestazione in ricordo del magistrato simbolo, insieme a Paolo Borsellino, della lotta al potere mafioso. ”I tanti giovani che sono qui – ha detto la ministra della Pubblica Istruzione – danno senso alla morte di due eroi nazionali che non dimenticheremo mai. Questa è una giornata di grande valore che acquista un senso importantissimo perché i tanti giovani giunti a Palermo sono qui non solo per commemorare Falcone e Borsellino, ma per raccogliere il loro testimone nella lotta alla mafia”.
Per il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, quella presente oggi a Palermo rappresenta una generazione nuova, diversa dalle altre, in quanto ha non solo la speranza del riscatto ma anche la fiducia nel successo. Un sentito ringraziamento agli studenti provenienti da tutta l’Italia è stato espresso dal Procuratore antimafia, Piero Grasso, giunto anch’egli a Palermo a bordo della Nave della legalità.
”Dobbiamo essere noi a preparare il terreno ai giovani che saranno la classe dirigente del domani, noi col nostro esempio di impegno e legalità e dobbiamo tenere ancorati i ragazzi alla nostra terra – ha sottolineato Grasso – Rivivere giorni come questi significa tornare a provare rabbia e disperazione, ma anche ricordare un amico con la speranza che oggi a rischiararci sia una luce diversa”.
A Maria Falcone è stata recapitata una lettera del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale non ha potuto partecipare all’evento a causa di impegni assunti precedentemente.
Nella missiva, il Capo dello Stato ha evidenziato che il barbaro agguato di Capaci ha segnato un terribile attacco alle istituzioni del Paese da parte della mafia alla quale si è saputo tuttavia reagire adeguatamente nel segno dell’unità.
”L’impegno e la partecipazione di allora – scrive Giorgio Napolitano – non possono subire flessioni, non è consentito ridurre il livello di attenzione rispetto alla mafia. Un fenomeno pervasivo, pronto ad attuare strategie più sofisticate per insinuarsi nella società minandone la vita democratica, la coesione e il progresso”.
Non li avete uccisi......
Le loro idee cammineranno sulle nostre gambe....
Le loro idee cammineranno sulle nostre gambe....
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