TEST UNIVERSITARI, FINO A 30.000
EURO PER SUPERARLI
BARI - Fino ad 8.000 euro per frequentare un corso di preparazione con la garanzia di essere "assistiti" durante il test, e poi fino a 30.000 se effettivamente l'esame veniva superato. Tanto poteva costare, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, la prova di ammissione alla facoltà di medicina e odontoiatria nelle università di Bari, Ancona e Chieti.
I finanzieri hanno documentato l'esistenza di una organizzazione composta tra l'altro da un docente universitario e da un dipendente amministrativo che ha provveduto a fornire ad almeno una cinquantina di studenti le risposte esatte dei test nel corso dell'ultima prova di ammissione che si è svolta il 4 e il 5 settembre scorso.
Gli investigatori hanno intercettato nel corso dello svolgimento della prova telefonate e sms, hanno filmato movimenti di persone che riuscivano a fare arrivare le domande dei test ad una vera e propria sala operativa dove i quesiti venivano risolti e inviati per sms o per telefono ai candidati. L'organizzazione aveva fatto in modo da far iscrivere alla prova per ogni studente almeno una o più persone che lo avrebbero aiutato, ed aveva concordato anche la composizione delle aule. Questo tentativo, almeno nell'università di Bari, è stato sventato grazie al rettore che, poco prima del concorso, ha deciso di ricollocare gli studenti in aula in base all'età.
Sono sette le persone indagate nell'ambito delle indagini nelle università di Bari, Ancona e Chieti. Nei loro confronti s'indaga per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato.
MUSSI, FORSE NUOVO CASO BUSTE MANIPOLATE -
C'é un nuovo possibile caso di buste di test manipolate in un'altra università italiana. A denunciarlo è stato oggi lo stesso ministro dell' Università e della Ricerca, Fabio Mussi: "Ci sarebbero buste aperte prima di un concorso in un'altra università e a segnalare che qualcosa non andava è stato, in questo caso, il rettore medesimo, cosa di cui lo ringrazio" ha detto il ministro, il quale non ha però indicato di quale università si tratti.
Mussi è tornato sulla questione della fuga di notizie relativa ai test di ammissione ai corsi di laurea in medicina a margine dell' inaugurazione del polo sudafricano del Centro internazionale di genetica e biotecnologia. Riferendosi al caso citato "é evidente - ha detto il ministro - che se si accerta il fatto che in un università i quiz erano a qualcuno noti il giorno prima, perché qualcuno li aveva trafugati, lì il concorso sicuramente salta". Pare, in sostanza, secondo quanto segnalato al ministro, che le buste dei quiz siano state trafugate e aperte, per poi essere rimesse al proprio posto: "Devo avere la certezza - ha detto Mussi - ma se la certezza di questo fatto ci sarà allora il concorso salta". Ad ogni modo, ha proseguito Mussi, "i miei uffici stanno facendo una relazione completa su tutta la vicenda e al mio rientro si prenderanno le decisioni. Bisogna considerare partitamente i problemi, quali sono cioé i problemi di sistema, di errori e gli eventuali problemi di abuso, che sono cose diverse". Quanto al caso dell'università di Messina, dove si concentrerebbero i migliori risultati nei test per l'ammissione ai corsi di medicina, "quando ci sono delle anomalie statistiche - ha concluso il ministro - bisogno capirne il perché, poi naturalmente c'é anche il caso, ma bisogna interrogarsi".
Ci sarebbe stata una sottrazione di modelli dai plichi inviati all'Università Magna Grecia di Catanzaro per lo svolgimento dei test di ammissione ai corsi a numero chiuso gestiti dalla facoltà di Medicina. Sulla presunta sottrazione sta indagando il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, che sta esaminando gli atti per accertare dove ed a che scopo siano stati sottratti alcuni dei test che sono stati inviati all'ateneo del capoluogo calabrese.
L'ipotesi che viene fatta, che attende comunque riscontro dall'esito delle indagini, è che i documenti siano stati sottratti per fare conoscere a qualcuno in anticipo le domande contenute nei test di ammissione. Proprio nell'Università di Catanzaro, tra l'altro, secondo quanto è emerso dalle indagini, ci sarebbero stati quattro casi di massimo dei voti nell'effettuazione dei test di ammissione rispetto ai sette registrati in tutta Italia. Una percentuale che si ritiene eccessiva e che proprio per questo fa ipotizzare presunte irregolarità. L'inchiesta della Procura di Catanzaro è stata avviata sulla base di un esposto presentato dal rettore dell'Universita, Francesco Saverio Costanzo, e dal preside della facoltà di Medicina, Giovanbattista De Sarro, secondo i quali sono stati trovati aperti i plichi contenenti i test di ammissione.
Dagli accertamenti effettuati, inoltre, è emerso che il numero di modelli per il test di ammissione contenuti nei plichi sarebbe inferiore a quello che avrebbe dovuto essere inviato e che era dichiarato nel verbale di consegna. Nei prossimi giorni il sostituto procuratore Curcio potrebbe chiamare a deporre, nell'ambito dell'inchiesta, alcune persone informate dei fatti.
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