L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto. (Goethe)

martedì 3 luglio 2007

«Via Visco», la Cdl dà battaglia al Senato


Caso Speciale, la mossa del centrodestra

Presentata la mozione di sfiducia contro il viceministro: «Dimissioni e ritiro definitivo delle deleghe sulla Finanza»

ROMA - Definitiva esautorazione dalle deleghe sulla Guardia di Finanza e un invito esplicito a fare le valigie e a lasciare l'esecutivo. Sono queste le due richieste che la Cdl avanza al viceministro dell'economia, Vincenzo Visco, attraverso una mozione che sarà presentata al Senato e che porta la firma di tutti i capigruppo della coalizione.


VISCO NEL MIRINO - Il testo, elaborato inizialmente dal capogruppo dell'Udc, Francesco D'Onofrio, è stato sottoscritto anche da Altero Matteoli di An, Mauro Cutrufo della Democrazia Cristiana per l'autonomia, Renato Schifani di Forza Italia, Roberto Castelli della Lega Nord. L'obiettivo del centrodestra è quello di creare crepe nella maggioranza e arrivare ad allontanare l'esponente diessino dal suo incarico. Visco, del resto, è considerato l'ispiratore della politica fiscale del centrosinistra, anche per l'incarico di ministro delle Finanze già occupato nei governi ulivisti della fine degli anni Novanta guidati da Prodi e D'Alema. Nel testo si chiede a Palazzo Chigi l'impegno «a trasformare in permanente la revoca al vice ministro Visco delle competenze relative alla Guardia di Finanza» e, in secondo luogo, «a invitare Vincenzo Visco a rassegnare le dimissioni da vice ministro dell'Economia».

LE PREMESSE - Nelle premesse si ricorda che «il governo ha già proceduto alla sostituzione del comandante generale della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale». E, ancora, che «con decreto del ministro dell'Economia Padoa-Schioppa è stato avocato in via temporanea l'esercizio dei poteri già delegati al viceministro Vincenzo Alfonso Visco, limitatamente alle competenze relative alla Guardia di Finanza». E, infine, che Visco «è stato l'ispiratore ed è l'attuatore principale della politica fiscale del governo».

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